Ieri a Cagliari, i carabinieri della Sezione Radiomobile della locale Compagnia, nel corso di un normale servizio di controllo del territorio, hanno denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari, per guida senza patente, un 19enne di Capoterra, disoccupato, già conosciuto dai militari nonostante la giovane età. Questi è stato controllato in località “Frantoio”, in territorio del Comune di Capoterra, alla guida di una Opel Astra di proprietà di un amico 25enne, ed è risultato essere sprovvisto di patente, non avendola ancora conseguita. Il giovane era già stato denunciato oltre un mese fa per lo stesso motivo ed è dunque recidivo. Tali denunce non gli faciliteranno certo la possibilità di conseguire una patente e di poter circolare alla guida di un’auto coi crismi di legge e dunque nella totale legalità. 

Ieri a Villasimius, i carabinieri del Radiomobile della Compagnia di San Vito hanno contestato la violazione amministrativa prevista dalle normative per il contenimento della pandemia da coronavirus a un 18enne studente del posto. Questi, sottoposto a controllo mentre transitava in Via Garibaldi nella nota località balneare, non risultava disporre di una mascherina né tantomeno la indossava, non si sa se per incuria o negazionismo. Una pattuglia dello stesso reparto dell’Arma ha constatato in serata che una 35enne titolare di un bar a Muravera, aveva solo apparentemente chiuso l’esercizio pubblico alle ore 18, consentendo a cinque avventori di consumare bevande all’esterno del locale, con un escamotage che è stato facile ricostruire. Insomma non aveva sospeso l'attività di consumazione sul posto o nelle adiacenze del bar, come avrebbe dovuto fare. Anche per lei è stata comminata una sanzione pecuniaria amministrativa da 400 euro. Nel quadro, dunque, di un generalizzato rispetto delle norme vigenti nella particolare situazione che stiamo vivendo, esiste sempre chi la norma prova ad aggirarla o non se ne cura. 

Evasione

Due giorni fa era stato denunciato per evasione dagli arresti domiciliari. Afflitto forse dalla noia, dall’uggia di dover restare a casa, aveva pensato bene di andare a far visita ai carabinieri. Non lo poteva fare, non avendo titolo a lasciare il luogo ove scontava comunque una condanna alla reclusione, sia pure con vantaggio di scontare la pena con maggiori comodità, ma l’aveva fatto, pensando forse che quell’uscita potesse rientrare nell’economia del suo rapporto quasi quotidiano coi carabinieri. Per un pescatore come lui la vita all’aria aperta è forse un richiamo quasi irresistibile. Purtroppo, si è trattato comunque di un’evasione dagli arresti domiciliari che i carabinieri hanno documentato puntualmente all’autorità giudiziaria. Nella serata di ieri è giunto il provvedimento del Tribunale di Sorveglianza di Cagliari e per il 32enne si sono aperte le porte del carcere. In ottemperanza a un ordine di revoca provvisoria della detenzione domiciliare, a seguito dell’avvenuto arresto per il reato di evasione eseguito in data 28 dicembre 2020, l’uomo è stato tradotto presso la casa circondariale “Ettore Scalas” di Uta, dove potrà riflettere sui vantaggi che comunque gli erano assicurati dal fatto di poter restare a casa. 

Ieri a Quartu Sant’Elena, a conclusione di un’attività d’indagine conseguente alla denuncia-querela presentata da una donna di 27 anni, i carabinieri della locale Stazione hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari per maltrattamenti in famiglia un 36enne del luogo. In particolare, i militari operanti hanno accertato che l’uomo, non nuovo a simili comportamenti, il pomeriggio del 28 dicembre 2020, per strada in Via della Musica, al culmine di un litigio per futili motivi, aveva ingiuriato e minacciato ripetutamente la denunciante. La vittima, resa edotta della possibilità di essere ospitata in una struttura protetta, ha riferito di voler restare, unitamente alla figlia minore, presso la propria abitazione, già inserita tra gli obiettivi sensibili da vigilare. In attesa delle determinazioni dell’autorità giudiziaria, i carabinieri vigileranno sulla sicurezza della giovane. Si tratta come sempre di parametrare determinate situazioni alla capacità che una donna può avere di tollerare certe situazioni o vessazioni, di salvare il matrimonio o un’unione di fatto, a fronte di atteggiamenti aggressivi del marito o del compagno. Per amore o per valutazioni di opportunità, anche nell’interesse dei figli, certe situazioni difficili possono ricomporsi, sinché non si raggiunge quel limite di rottura che può emergere chiaramente in condizioni di rischio fisico conclamato. Ad un certo punto è pertanto l’autorità pubblica a pronunciare la parola fine.