“Bardiare: proteggere, fare la guardia”. È questo il verbo antico da cui deriva il termine “Ardia”. Sono tante le manifestazioni equestri nel Meilogu che vedono protagonisti i cavalli, ma quella di Pozzomaggiore ha un fascino sicuramente particolare.

Un rito dall’alto valore religioso, in ricordo della vittoria di Costantino ai danni dell’imperatore Massenzio, nella famosa battaglia di Ponte Milvio del 312 Avanti Cristo.

La manifestazione è rappresentata simbolicamente da “Su Caddu e Punta” che, quest’anno, sarà rappresentato da Bernardo Spanu, con la sua caratteristica giubba rossa che, nella sua cavalcata in direzione del Santuario, sarà “Protetto dalle scorte Gianni Piu e Massimiliano Unali (prima scorta), Stefano Corongiu e Giuseppe Saccu (seconda scorta), Salvatore Piredda e Ivano Loi (terza scorta) anche loro con la giubba rossa, che tentano di impedire il “Sorpasso” da parte degli infedeli.

La sera del 6 luglio, il cavallo di punta e le tre scorte si recano nella casa dell’obriere maggiore dove alle 18.30 ricevono la benedizione di grano e petali di rose. Subito dopo sarà proprio l’obriere maggiore a consegnare le bandiere al cavallo di punta e alle scorte.

Al termine, il corteo dei cavalli, delle bandiere religiose e della banda musicale arriva nella Chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire per ricevere la benedizione da parte del parroco.

Subito dopo l’arrivo delle autorità civili, religiose e militari nel Santuario dedicato a San Costantino, costruito per iniziativa dei reduci della prima guerra mondiale e degli emigrati in America e inaugurato il 5 luglio del 1923, i colpi di fucile annunciano l’inizio vero e proprio dell’ardia.

“Su Caddu e Punta”, in sella a un cavallo bianco, giunge al galoppo all'interno del sagrato e compie un giro attorno alla Chiesa, un gesto di omaggio nei confronti del Santo.

Procedura che viene compiuta anche dalle scorte e dagli altri cavalieri. Dopo l’arrivo degli ultimi cavalli, il cavallo di punta aspetta il momento propizio per dare il via alle danze. Un momento solenne, ma anche di tensione, dove vengono compiuti tre giri in senso antiorario, uno a passo e tra in senso orario.

In contemporanea ai vespri, i cavalieri ritornano nel punto di partenza e si preparano per un’altra “Pigada”. Il rituale viene ripetuto anche il giorno successivo (7 luglio).