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I cinghiali sono liberi di fare danni? Nessun problema, è tutto previsto, i danneggiati potranno chiedere di essere indennizzati. Finora, questa è la risposta data dalle istituzioni di fronte a una emergenza nazionale derivante dalla presenza dei cinghiali in Italia per un numero di capi difficile da stimare, ma che supererebbe il milione.
I danni causati a persone e cose dagli ungulati sono noti (anche se non sempre) e ingenti, non di rado anche con conseguenze mortali.
Gli stessi danni nel settore agricolo non trovano mai riscontro con indennizzi adeguati e in ogni caso, trattandosi di soldi pubblici, dovrebbero essere oggetto di adeguata attenzione da parte di chi ha competenza a intervenire, se non per evitarne il ripetersi, almeno per contenerli.
“In Sardegna - ha detto in un’ intervista al Corriere della Sera Giulia Maria Crespi, fondatrice del Fai (Fondo per l’Ambiente Italiano) e ora presidente onoraria - tante aziende hanno dovuto chiudere. Al Nord si deve fare la guardia perché dopo la semina i cinghiali invadono i campi e distruggono tutto".
"E i politici?" chiede la giornalista alla Crespi, 92 anni. "I politici non fanno niente perché hanno paura di perdere voti”, risponde lei.
I danni causati dall’animale, pure gravissimi, non sono però limitati, purtroppo, al settore agricolo. Soltanto qualche giorno fa, un 77enne di Cefalù è stato ucciso dal un cinghiale. Anche la moglie è rimasta gravemente ferita nell’attacco della bestia inferocita.
Nel bresciano, un caso analogo, finito anch’esso in tragedia, risale al mese maggio.
In Sardegna, fortunatamente, non si registrano casi di mortalità determinati dalla presenza eccessiva o mal regolamentata dei cinghiali nei nostri territori, però gli incidenti stradali, ben 442 nel 2014, sono lì a testimoniare un’emergenza che deve essere adeguatamente risolta e non sottovalutata, come in realtà è avvenuto finora. La strada più pericolosa per gli automobilisti è la SS 127 bis di Alghero, dove vagano gli ungulati che popolano il territorio di Porto Conte, per il quale ora, ma non da ora, si parla di un piano di contenimento della specie mai decollato con soluzioni decisive.
Intanto, però, mentre i politici - svogliati nell’affrontare l’argomento, ma improvvisamente svegliati da incidenti mortali di cui, ma non solo di quelli, almeno moralmente dovrebbero risponderne - studiano con calma gli interventi di depopolamento da adottare, i danni alle persone e alle cose causati dai cinghiali sono sempre nell’aria.