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Fra meno di 24 ore suonerà in Sardegna la prima campanella dell'era Covid. Pronti a riprendere le attività scolastiche i circa 196mila studenti sardi, che dovranno misurarsi con l'emergenza sanitaria. Ingressi scaglionati e didattica mista con turni fra lezioni in presenza e a distanza caratterizzeranno i prossimi mesi negli istituti isolani.
Le scuole sede di seggio riprenderanno un po' più tardi, tra mercoledì e giovedì. I banchi monoposto promessi dal ministero non sono arrivati dappertutto, questo implicherà l'utilizzo delle mascherine in diversi istituti anche durante la lezione.
Altro nodo importante sarà quello degli ingressi scaglionati, non solo a scuola ma anche su bus e mezzi di trasporto pubblico. Un aspetto delicatissimo e così complicati da garantire.
Per quanto riguarda i test sierologici a docenti e personale, spiega su L'Unione Sarda Umberto Nevisco, presidente regionale Fimmg, federazione che riunisce i medici di famiglia, "Solo il 40% ha deciso di effettuare i test e il 30% ne ha usufruito".
"Numeri bassi - conferma la presidente dell'associazione dei presidi Anna Maria Maullu -, ma non è per colpa del personale scolastico che si è rifiutato. In molti vorrebbero, ma non si trovano i kit. Il sistema regionale è disorganizzato. Inoltre, centinaia di supplenti entreranno a scuola senza aver fatto il test perché non ancora assegnati al proprio istituto, e questo è un altro problema da risolvere".