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Ha tentato di evadere il tribunale di Cagliari, inseguito dagli agenti. Protagonista, questa mattina, un detenuto di origini algerine. Gli uomini della penitenziaria sono riusciti a fermarlo, ma cinque di loro hanno riportato delle contusioni. Lo rende noto il Sindacato autonomo polizia penitenziaria.
"Ieri mattina - spiega Luca Fais, segretario per la Sardegna del Sappe - il personale di polizia penitenziaria del servizio traduzioni e piantonamenti del carcere di Uta, coordinati dal vice responsabile, ha sventato una rocambolesca evasione dal tribunale di di Cagliari: il detenuto, al termine dell'udienza, al momento di essere portato nel reparto detentivo del tribunale cagliaritano al sotto piano, riusciva a divincolarsi e scappare, più volte inseguito dai poliziotti. È riuscito più volte a liberarsi aggredendo il personale e guadagnando l'uscita all'esterno. Solo grazie alla prontezza e all'agilità e tenacia dei poliziotti è stato nuovamente bloccato definitivamente".
L'uomo deve ora rispondere anche di evasione e oltraggio a pubblico ufficiale. "Il Sappe, alla luce di tale evento scongiurato non può fare altro che rimarcare e denunciare ciò che ha fatto nell'ultima riunione in sede locale, ovvero, la grave carenza di organico di 20 unità che il locale Nucleo Scorte non può sopportare - rimarca Fais -. Da tale carenza ne deriva che la traduzione di ieri è stata effettuata da sole 8 unità di personale di scorta, quando nella realtà da protocollo operativo il personale doveva trovarsi nel numero doppio ovvero 16. Tutto questo non è più tollerabile perché ne vale della saluta psicofisica del poliziotto. Invitiamo immediatamente la direzione di Cagliari a colmare il gap di unità mancanti nel settore scorte".
Parole di elogio per i poliziotti, che hanno sventato la fuga del detenuto, da parte di Donato Capece, segretario generale del Sappe: "E' solamente grazie a loro se è stato possibile sventare la clamorosa fuga all'evaso. Ma la grave vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria".