PHOTO
“È un cartello emblematico quello che da giorni è stato affisso sull’uscita dei magazzini dell’Ats, l’Azienda Territoriale Sanitaria di a Cagliari, la
punta di un iceberg sul quale le mascherine protettive anti-contagio sono come congelate, e vengono date con il contagocce, ma ad alcuni reparti ospedalieri SÌ, come Pronto soccorso, infettivi, radio e pneumologia, ad altri no“.
Lo denunciano i sindacati, per voce di Piero Pisu, Rappresentante lavoratori sicurezza Rls dell’Ats di Cagliari. Per i sindacati, che stanno recependo minuto per minuto Cresce infatti il malcontento dei dipendenti tutti degli ospedali cagliaritani e dell’area vasta, specialmente perché “davanti alla contagiosità del Coronavirus non dovrebbero esserci dipendenti di serie A e B, e soprattutto c’è bisogno di regole certe e uguali per tutti, ma anche dispositivi si sicurezza per tutti quanti indipendenti: medici, infermieri, operatori sociosanitari, addetti alla vigilanza e alle pulizie”.
Pisu prosegue: “Razionalizzare non ha mai fatto male ma stavolta è inaccettabile. In ballo c’è la vita di molte persone in divisa, con il camice, pur sempre in prima linea e come tali, potenzialmente esposte: le imprese di pulizie e i servizi di vigilanza dove li mettiamo? Il virus non fa distinzioni tra pazienti, curatori, insomma tra persone. Chi era forte nel combattere l’emergenza, va però sostenuto. È consequenziale la nostra speranza. Ai deboli va data ancor più voce perché stavolta sono tanti lavoratori che non possono neppure lamentare il disagio, ma continuano a lavorare da eroi con la passione e la dedizione di sempre, guardandosi però, responsabilmente, le spalle dal contagio” prosegue Pisu.
“Chi non ha ancora capito che temono di contagiarsi e di contagiare, è l’intero sistema che dovrebbe fornire a tutti le mascherine, quasi un reliquia introvabile di questi tempi”.
Infine, per i sindacati, “il cartello varrebbe la copertina dei quotidiani anche se preferirei una lieta notizia: che nei magazzini dell’Ats a Cagliari, in un noto ospedale che sta fronteggiando la piena emergenza da contagio giungano maschere e dispositivi di protezione per tutti; ed anche alle forze dell’ordine, agli addetti alla vigilanza, delle pulizie. Perché la sicurezza non è solo speranza, ma dovrebbe diventare certezza per il futuro, qui e ora”.