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“Sulla continuità territoriale lo Stato deve sostenere con forza la Regione nella trattativa con l’Unione europea, che comprime i diritti dei sardi non riconoscendo gli svantaggi strutturali che derivano dall’insularità”. Lo ha ribadito oggi il presidente della Regione, Christian Solinas, in un’intervista a InBlu Radio, l’emittente della Conferenza episcopale italiana.
“Oltre al rincaro delle tariffe – ha detto Solinas – ci troviamo davanti a una ristrettezza di voli messi a disposizione dalle compagnie. È un problema ricorrente e atavico che certifica in maniera adamantina come rispetto alla continuità territoriale di due isole importanti come la Sardegna e la Sicilia il libero mercato da solo non può funzionare”.
Un tema, ha aggiunto il governatore, “che abbiamo più volte sollevato con la Commissione europea, ma tutte le volte che la Regione Sardegna ha provato a proporre un modello di continuità territoriale fondato su degli oneri di servizio pubblico che garantissero certezza di frequenze e di tariffe, i funzionari e i dirigenti di Bruxelles ci hanno sempre obbligato a ridurre la quantità di posti a sedere messi a bando e soprattutto non ci hanno consentito di adottare la tariffa unica per residenti e non residenti”.
“Ci troviamo di fronte a una compressione di una pluralità di diritti - ha sottolineato il presidente - perché da un lato si comprime il diritto sociale alla mobilità dei cittadini sardi, di persone che devono viaggiare per lavoro, per motivi di studio, o purtroppo per motivi di salute, e dall’altro lato c'è la compressione del diritto all’accessibilità dell’Isola”.
“Abbiamo bisogno – ha evidenziato Solinas – che in Sardegna arrivino delle persone non solo per motivi di turismo, ma anche per arricchire le nostre università, il nostro sistema produttivo. Tutte le volte che i biglietti aerei schizzano verso l’alto o ci sono delle incertezze rispetto alle frequenze o la possibilità di trovare un posto, questo funziona da disincentivo a raggiungere l’Isola e quindi è un ulteriore svantaggio strutturale che l’Europa purtroppo non ci ha riconosciuto”.
“Nel resto del territorio europeo, ha proseguito, c’è la possibilità di utilizzare altri mezzi, come i treni, la propria auto privata, un sistema di linee di trasporto pubblico locale, in Sardegna no”. “E soprattutto – ha detto ancora – quando si parla di tariffe, perché in tutte le autostrade del continente europeo i pedaggi si pagano in maniera esattamente identica, a prescindere dalla residenza del guidatore dell’auto, dal fatto che uno vada da nord a sud o da sud a nord, mentre in Sardegna, dove l’unica autostrada è un’infrastruttura immateriale rappresentata dalla linea aerea, il biglietto deve essere differenziato in base alla residenza?”.
“Da un lato l’Unione europea afferma il principio della coesione territoriale, ha rimarcato il governatore, dall’altra invece allontana sempre di più dal resto dell’Europa l’Isola più distante dalla terraferma di tutto il Mediterraneo, creando guasti enormi”. “Io mi auguro che davanti a questa situazione, che abbiamo sempre rappresentato anche con documenti e prese di posizione abbastanza forti, lo Stato italiano supporti la Regione nella trattativa con Bruxelles per far capire loro che per la Sardegna non si possono adottare gli stessi criteri in termini di aiuti di Stato e di concorrenza che si utilizzano sul resto della terraferma”, ha concluso.