Secondo i dati dell'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, i contagi a lavoro nel Paese sono oltre 131mila. In Sardegna ne sono stati registrati poco più di 2mila, ovvero l'1,5% del totale nazionale. Di questi il 66,6% (1336 casi) sono donne e il 33,3% (671 casi) uomini.

Sassari è la provincia sarda più colpita, con 880 casi e un'incidenza del 43,8% sul totale regionale (576 donne e 304 uomini). Seguono Cagliari con 542 casi (27%), Nuoro con 262 (13,1%), Sud Sardegna con 178 (8,9%) e Oristano con 145 (7,2%).

A rendere noto il report gli esperti di Rödl&Partner, uno dei maggiori studi professionali internazionali nel campo della consulenza legale, fiscale, contabile e del lavoro. Second R&P "nella gestione del lavoratore in materia di Covid c'è un aspetto di criticità nel rapporto tra azienda e Ats". 

"L'azienda è tenuta a fornire all'Ats le informazioni necessarie perché quest'ultima possa assolvere ai compiti previsti dalla normativa emergenziale e ha facoltà di domandare ai possibili contatti stretti di lasciare cautelativamente i locali aziendali, ma è l'Ats che ha la potestà di contattare i lavoratori per poi applicare le opportune misure di quarantena". 

Ne deriva che "il rischio è che le aziende lascino operativi interi reparti o uffici con il pericolo di diffusione del virus, non solo tra i dipendenti che sono stati a contatto diretto con il soggetto contagiato, ma anche tra i loro famigliari e i conoscenti", tuttavia "non si può fare diversamente per tutelare la privacy del lavoratore positivo".