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«La Regione sta svendendo il comparto zootecnico all’Italia nel silenzio più totale. Invece di valorizzare un asse portante del sistema socio-economico isolano, ora i nostri 270 agronomi e veterinari di stanza all’Ara, e i soldi che la Regione stanzia per i loro stipendi rischiano di essere gestiti da Roma». Questo il commento del portavoce di AutodetermiNatzione Anthony Muroni sulla vertenza ARA - Associazione regionale allevatori.
Il rischio è che dopo il commissariamento l’Ara, l’associazione privata che per conto della Regione assiste ogni giorno gli allevatori nelle campagne, e che quindi svolge un servizio pubblico, passi completamente nel controllo di Roma. Con due gravi rischi: la perdita di posti di lavoro e gli allevatori lasciati a se stessi.
«La Regione - prosegue il portavoce di AutodetermiNatzione - è doppiamente responsabile. In primis perché è colpevole dei ritardi nei pagamenti all’Ara, che con i veterinari e agronomi ha anticipato le somme necessarie per svolgere il proprio ruolo pubblico, poi perché in cinque anni non ha trovato una soluzione stabile per i lavoratori».
I professionisti di Ara chiedono infatti che la Regione la smetta di pagare un’associazione privata, ma dia seguito agli impegni presi con la legge 3 del 2009 e cioè alla stabilizzazione all’interno di Laore o di un’agenzia creata ad hoc per il comparto zootecnico.
«Mentre lasciando così le cose permette che i 13.800.000 euro che viale Trento stanzia ogni anno per l’Ara vengano gestiti da Roma. In sostanza regala soldi dei sardi all’Aia e alla Coldiretti. Non è un caso che il conto corrente dove transitano gli stipendi di veterinari e agronomi sia già passato da Cagliari a una banca di Ravenna».
«Possibile che non riusciamo ad autodeterminarci in un settore per noi fondamentale come il comparto zootecnico? È così difficile da capire che per l’isola è fondamentale gestire risorse strategiche come l’allevamento?», conclude Muroni.