"Sono in progressivo aumento nelle 10 carceri dell'Isola i detenuti in attesa di giudizio. Il dato più eclatante è quello dei ristretti che non hanno ancora affrontato un processo. Tre mesi fa, al 31 giugno, i reclusi in attesa di primo giudizio erano complessivamente 185 mentre al 30 settembre risultano 212 (74 gli stranieri). Un numero particolarmente significativo è però quello della Casa circondariale di Cagliari-Uta dove sono addirittura 90. Il dato è ancora più elevato considerando i ristretti non definitivi, cioè coloro che non hanno concluso l'iter giudiziario in quanto appellanti o ricorrenti o misti. Sono passati complessivamente da 1.716 a 1.766. A Cagliari-Uta occorre aggiungerne 44".

Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell'associazione Socialismo Diritti Riforme, analizzando i dati degli Uffici statistici del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, pubblicati nel sito del ministero della Giustizia.

"In pratica il 21% dei detenuti nelle strutture sarde (441 su 2.127) - osserva Caligaris - attende un giudizio definitivo. Non è cambiata invece la distribuzione dei reclusi all'interno delle strutture penitenziarie. Risultano in sofferenza, avendo superato la capienza regolamentare, gli Istituti "Ettore Scalas" di Cagliari-Uta con 588 ristretti (21 donne) per 567 posti, "Salvatore Soro" di Oristano-Massama con 284 ospiti per 260, "Paolo Pittalis" di Tempio Pausania 178 per 167 nonché "San Daniele" di Lanusei 33 per 38. Le tre Case di Reclusione all'aperto sono invece sottodimensionate. Meno della metà dei posti disponibili sono occupati ad Arbus-Is Arenas (82 detenuti per 176) e un terzo a Mamone-Lodé (125 per 392). Va meglio a Isili con 113 per 155. Accettabile la situazione nel "Giuseppe Tommasiello" di Alghero 126 per 156 posti e nel "Giovanni Bacchiddu" di Sassari (431 per 455), dove però ci sono i detenuti in 41bis. Non è quindi veritiero il dato complessivo che in Sardegna con 2.633 posti letto non c'è sovraffollamento".