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I manifestanti della Rete Pratobello 24, che sostiene la legge di iniziativa popolare promossa da 211mila sardi, hanno dato vita a un presidio che proseguirà a oltranza, “fino a quando la legge non arriverà in Aula”. L'avvocato Michele Zuddas, referente della Rete, ha respinto le dichiarazioni rese dalla presidente Alessandra Todde su una collaborazione con i comitati per migliorare il testo del ddl: "Non ha collaborato con noi, non ha collaborato con i comitati della Pratobello 24 - ha detto - semplicemente perché noi non collaboreremo mai con chi vuole svendere la Sardegna".
Inizio sciopero della fame
Michele Zuddas, uno dei promotori e sostenitori della Pratobello 24, ha annunciato con determinazione l'inizio di uno sciopero della fame come atto di protesta pacifica e profonda, "che continuerà fino all’approdo della legge di iniziativa popolare Pratobello24 presso il Consiglio Regionale della Sardegna".
"Questa legge sostenuta da 211.000 firme - ha sottolineato - non rappresenta solo un progetto normativo ma la voce autentica del popolo sardo contro la minaccia della speculazione energetica sul futuro e il territorio dell'Isola".
Zuddas ha espresso la motivazione di questo gesto estremo come reazione al mancato riconoscimento politico della Pratobello24 da parte della presidente della Regione e al "totale disprezzo dei principi democratici a fondamento di qualsiasi legge di iniziativa popolare". L'obiettivo è far sentire la voce delle 211.000 firme come richiesta "di giustizia, rispetto e diritto a decidere autonomamente".
Il gesto dello sciopero della fame vuole non solo mettere in evidenza la questione della Pratobello24, ma anche rinnovare l'impegno collettivo per difendere i valori democratici, sostenere la partecipazione popolare e rivendicare un futuro di libertà e autodeterminazione per la Sardegna. Dopo un mese dalla consegna delle firme, la Legge Pratobello24 "pare sia già dispersa nel palazzo regionale. Occorre alzare la voce e di sostenere questa causa che è di tutti i sardi", ha rimarcato Zuddas.
Si è aperta, dunque, una nuova battaglia non solo per la legge Pratobello24, "ma per la dignità e la sovranità del popolo sardo".