Gli uomini del Corpo Forestale e di vigilanza Ambientale della Regione hanno tratto in arresto cinque persone e denunciato a piede libero altre dieci.

E’ accaduto qualche giorno fa a seguito di due distinte operazioni denominate “Aria pulita” e “Museo degli orrori”. L’esito delle indagini svolte è stato illustrato stamattina, nel corso di una conferenza stampa, dal comandante del Corpo Forestale, Gavino Diana, e dal direttore del servizio Ispettorato Ripartimentale di Cagliari, Giuseppe Delogu. 

Qui di seguito, stralcio del comunicato stampa della Regione.

 

OPERAZIONE “ARIA PULITA”.

Nel corso dell’operazione denominata “Aria Pulita” sono finiti in manette un funzionario della Regione, Iolao Marco Pistis, di 51 anni, di Cagliari, un dipendente part-time della Regione, Pietro Porcu, di 52 anni, di Cagliari, e un imprenditore di 54 anni, Luciano Serra, di Sant’Andrea Frius, già coinvolto in altre inchieste giudiziarie. Le ipotesi di reato sono associazione per delinquere, smaltimento e traffico illecito di rifiuti, turbata libertà degli incanti, truffa aggravata e continuata, falsità ideologica di pubblico ufficiale in atto pubblico, contraffazione di sigilli, falso in scrittura privata, peculato e altri reati tributari. Secondo l’accusa, i tre avevano costituito una società per aggiudicarsi, attraverso appalti “pilotati”, lo smaltimento dei computer inutilizzati della Regione. I pc, invece, venivano bruciati in un campo rom vicino a Cagliari o in altri terreni nei pressi del capoluogo. Proprio da un rogo appiccato da alcuni nomadi nella zona di Selargius, nel 2009, era partita l’indagine che ha portato agli arresti dei giorni scorsi. Per aggiudicarsi gli appalti, secondo le accuse, gli arrestati falsificavano i documenti delle gare approfittando del loro lavoro all’interno degli uffici regionali. Il giro d’affari ammonterebbe a oltre 130 mila euro e le gare d’appalto irregolari sarebbero sei, aggiudicate tra il 2009 e il 2011, per lo smaltimento di almeno 300 mila tonnellate di rifiuti da materiale elettrico ed elettronico. L’organizzazione, secondo quanto accertato dal Corpo Forestale, era composta da almeno dodici persone. Oltre alle tre persone arrestate, infatti, altre nove sono state denunciate a piede libero.

OPERAZIONE “MUSEO DEGLI ORRORI”.

L’operazione “Museo degli orrori” ha invece portato all’arresto di due pensionati di Uta, Luciano Usai, di 65 anni, e Francesco Pibia, di 58, e alla denuncia a piede libero di un’altra persona. I due arrestati avevano adibito a officina un locale, nei pressi del paese, dove venivano realizzate armi e trappole per catturare animali nell’area protetta di Monte Arcosu. Gli agenti del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale hanno definito l’officina un “vero e proprio museo degli orrori”. Sono stati ritrovati e sequestrati tubi fucile, bocconi esplosivi, trappole a scatto e fucili a percussione costruiti in modo artigianale. Tra gli attrezzi e le trappole, anche una gabbia nella quale l’animale veniva attirato con il cibo per poi restare bloccato da una serie di frecce che si infilavano nella testa. Il materiale era usato dai bracconieri per la caccia ai cinghiali nelle campagne di Uta e soprattutto nella zona di Monte Arcosu.

“Grazie a questa indagine – è stato il commento del comandante del Corpo Forestale, Gavino Diana – abbiamo evitato danni alla fauna ma anche all’uomo, perché molte delle trappole e d