L’amore è un sentimento meraviglioso e, soprattutto, quando arriva, non bisogna fuggire, ma venirgli incontro.

Questo è stato il concetto espresso in versi e in canto sabato scorso a Borutta, in una serata che ha visto una grande partecipazione di pubblico.

La lingua per recitare e cantare l’amore? Naturalmente, quelle che ci appartengono, tre le quali è stata la volta del gallurese, sassarese e catalano.

Prima della kermesse serale, c’è stato  però un pomeriggio impreziosito da altri due appuntamenti con la cultura: le novità editoriali della Biblioteca e “s’inchingiadura de sa mustra de fotografia” (Metti in mostra la tua estate).

Tanti i libri passati in rassegna, ma una citazione particolare meritano le opere di Walter Siti, vincitore del Premio “Strega” con “Resistere non serve a niente”; di Simona Sparaco, finalista dello stesso Premio con “Nessuno di noi” e di Marcello Fois con “Nel tempo di mezzo”.  Dalle 19 in poi, dunque, la grande volata di canti, di musiche e di recite che hanno visto alternarsi tanti e bravissimi artisti. 

Erano presenti i poeti Istèvene Flore, che ha aperto la serata con “Bator cantones de amore”, Carmela Arghittu, Gianfranco Garrucciu, Maria Pozzolini e Claudia Soggiu. Per i musicisti e cantanti, Giovanni Puggioni, Luigino Cossu, Silvia Sanna e Davide Casu.

Pubblico attento e partecipe, ma anche divertito, dall’inizio alla fine, quando, improvvisamente è diventato protagonista. Infatti, coinvolto dalle voci accompagnate dalle altrettanto suadenti note del decano degli artisti presenti, Giovanni Puggioni, ha abbandonato le sedie e per ballare un interminabile quanto appassionato ballu tundu.