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C’è anche l’olio di oliva tunisino nella lista nera presentata dalla Coldiretti, e stilata sulla base delle analisi condotte dall'Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) nel "Rapporto 2015, riguardo i cibi importati in Italia e in Europa con alto tasso di contaminazione da pesticidi.
"L’accordo con la Tunisia è fortemente contestato dai produttori agricoli locali perché nel paese africano non esistono delle misure di sicurezza alimentare adeguate agli standard europei – afferma il direttore della Coldiretti Sassari e Gallura, Ermanno Mazzetti. Le istituzioni comunitarie devono salvaguardare i consumatori rendendo pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero così da far conoscere ai cittadini i nomi delle aziende che usano gli ingredienti contaminati".
La black list, resa pubblica nei giorni scorsi dalla Coldiretti, non ha lasciato indifferenti i produttori sardi che già nelle scorse settimane avevano storto il naso contro la decisione del Parlamento Europeo di importare 35mila tonnellate di olio d’oliva dalla Tunisia.
"Nel campo olivicolo serve più trasparenza e più tutela – dichiara il presidente della Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu. L’Unione Europea ha il dovere di salvaguardare i nostri produttori e di permettere al consumatore finale di conoscere l’esatta provenienza del prodotto. In un momento così difficile per il comparto olivicolo – conclude Cualbu – ci aspettiamo un segnale forte da parte delle istituzioni, comunitarie e nazionali, mirato alla salvaguardia delle produzioni locali e all’inasprimento dei controlli su tutti gli oli già presenti sul mercato".
"Dalle analisi effettuate dall’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare sono risultati irregolari anche altri alimenti di importazione tunisina tra cui la menta e i pomodori. Nel continente asiatico i prodotti in testa alla lista nera dei cibi importati sono i broccoli cinesi e il prezzemolo vietnamita. I broccoli presentano nel 92% dei casi residui chimici ben oltre i limiti ma a preoccupare è anche il prezzemolo del Vietnam con il 78% di irregolarità".