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Battute e perquisizioni questa mattina nelle campagne di Ozieri e di Nule per la ricerca del corpo di Stefano Masala, il giovane di 29 anni di Nule scomparso il 7 maggio 2015, il giorno prima dell'uccisione dello studente 19enne di Orune Gianluca Monni, e mai più rientrato a casa.
Due fatti strettamente collegati, che hanno portato all'iscrizione sul registro degli indagati di quattro persone accusate dei due omicidi: si tratta di un giovane di Nule, minorenne all'epoca dei fatti, di suo padre e del cugino del ragazzo, un 24enne di Ozieri, più un suo compaesano.
Impegnati nelle battute ordinate dalla Procura di Nuoro, i carabinieri del Nucleo investigativo di Nuoro e Sassari, i militari della Compagnia di Bono e Ozieri, lo squadrone cacciatori eliportato di Abbasanta e il Nucleo subacquei di Cagliari.
Questi ultimi hanno perlustrato pozzi, cisterne, bacini e diversi specchi d'acqua. Ma del cadavere nessuna traccia. Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati due fucili regolarmente detenuti in casa a Ozieri da uno degli indagati e alcuni telefonini di proprietà di persone ritenute di interesse per i due fatti. Materiale che è stato acquisito dai militari per essere analizzato.
Analisi ancora in corso, intanto, sui resti dell'auto di Stefano Masala - quella che il giovane guidava la sera della scomparsa e che sarebbe stata avvistata ad Orune la mattina del delitto dello studente, ritrovata poi bruciata il giorno dopo nelle campagne di Pattada - e di un'altra macchina sempre di Masala sequestrata qualche mese fa.
Al vaglio del Ris di Cagliari anche i telefonini e i computer dei primi due indagati, il ragazzo di Nule e il suo cugino di Ozieri, ma anche la moto di quest'ultimo. Nel frattempo, le analisi effettuate su una felpa con tracce ematiche, sequestrata al giovane di Nule, hanno escluso che si tratti del sangue di Stefano Masala.