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"Sconforto e sgomento tra gli operatori penitenziari e in particolare tra gli Agenti e i Medici della Casa Circondariale di Cagliari-Uta che si sono prodigati nel tentativo di salvarlo. Il suicidio di una persona lascia senza parole ma purtroppo è un segnale doloroso e indelebile della condizione di solitudine e perdita della speranza. Una sconfitta che induce tutti a riflettere soprattutto in questa fase dell’anno". Lo afferma Maria Grazia Caligaris, dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, avendo appreso dell’estremo atto di un anziano detenuto, S. G., 80 anni, che si è tolto la vita impiccandosi.
“Una tragedia imprevedibile considerando – afferma Caligaris – che l’uomo era ritornato nella Casa Circondariale dopo un permesso premio trascorso in famiglia e stava effettuando il periodo di “quarantena” con altri. La fragilità umana, che spesso non trova alcuna espressione verbale, induce talvolta a vivere nel totale silenzio e nella dissimulazione del proprio stato emotivo. Impossibile conoscere le cause del gesto reso ancora più amaro in un momento così difficile per chi non ha strumenti adeguati per salvaguardare se stesso”.
“Sembrava che il 2020, nonostante diversi tentativi di suicidio, si sarebbe chiuso nella Casa Circondariale “Ettore Scalas” senza morti, la tragedia invece – conclude l’esponente di SDR – si è consumata in un attimo nello sconcerto generale e nel dolore di tutti”.