"Nel nostro Paese c'è ancora bisogno di manifestare perché siamo indietro e ancora l'omofobia non è tra i reati menzionati come crimini d'odio dalla legge Mancino del 1993", Massimo Mele, leader storico del Movimento omosessuale sardo, spiega così la scelta di scendere in piazza e dar vita al Sardegna Pride.

Per la seconda edizione, che inizierà domani e si concluderà il prossimo week end, è stata scelta Alghero. "La città si prepara a un evento dedicato a tutti i diritti, a conferma della nostra vocazione all'accoglienza, alla tutela e al riconoscimento delle diversità e delle libertà individuali e collettive", ha affermato il sindaco, Mario Bruno, intervenendo alla presentazione del Sardegna Pride nella sede della Fondazione Meta, spin off dell'amministrazione comunale per la gestione delle attività turistiche e culturali.

Per il primo cittadino "Alghero deve essere orgogliosa, per alcuni giorni sarà la capitale dei diritti inalienabili, ai quali tutto il Paese deve aprirsi, ma Alghero è contenta di un'opportunità in più per richiamare turisti e mettere in mostra il meglio di sé, sul piano culturale e dal punto di vista attrattivo". Per il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, il Pride è una manifestazione politica ma è anche una festa, è la celebrazione di diritti sul cui riconoscimento non ci devono essere tentennamenti, e le istituzioni non possono essere estranee a questa battaglia".

L'assessore comunale dell'Istruzione, Gabriella Esposito, è sulla stessa lunghezza d'onda: "Ã la prima uscita ufficiale della nuova amministrazione comunale, è significativo che si inauguri una nuova stagione politica con un evento di questa portata e significato".

Sarà un evento lungo nove giorni fra approfondimenti, dibattiti, arte e divertimento che avrà per epicentro il corteo fissato per il 28 giugno, "lo stesso giorno in cui 45 anni fa, al bar Stonewall Inn di New York, ci fu la prima ribellione omosessuale alle vessazioni e ai soprusi perpetrati dalle forze dell'ordine in ossequio a leggi razziste e omofobe.

Qualcuno parla di carnevalata, ma il paragone non ci offende - ha aggiunto Mele, coordinatore dell'organizzazione - quello che offende è l'ignoranza di certi politici e di certi rappresentanti delle istituzioni evidentemente dimenticano di essere rappresentanti di tutti". Madrina dell'evento sarà la cantante Claudia Aru che ha inciso il singolo "Vergogna", attraverso cui condanna con ironia l'omofobia del linguaggio quotidiano.

"La mia è la testimonianza di una sarda che crede nella necessità di batterci per i diritti che appartengono a tutti - ha spiegato la cantante - mi batto perché l'isola sappia leggere il mondo, la realtà circostante". Sardegna Pride è tra le iniziative di "Onda Pride", evento nazionale che si caratterizza per la pluralità di iniziative territoriali anziché prevedere un solo appuntamento in tutta Italia.

La prima tappa si è celebrata due sabati fa a Roma, chiuderanno gli appuntamenti di luglio Siracusa e Reggio Calabria.