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«Questo è quello che succede quando si fanno aprire market stranieri senza scrupoli che vendono alcool a prezzi stracciati a ragazzini scatenati. Fateli aprire e non controllate, si vi portano voti ma poi questi teppisti si fanno male e si prendono a bottiglia te. Poi la colpa sono i locali chiusi da ore. I locali aperti da decine di anni vero? Facile prendersela con noi... Qualche politico dovrebbe vergognarsi che protegge questi market che rendono la città invivibile e pericolosa. Proteggeteli ancora mi raccomando. Sapete che non sono razzista. Ma vedere i market bengalesi che vendono alcool a minorenni, quasi bambini mi fa salire il crimine. E non ditemi che lo fanno anche i market italiani. Non lo fanno. La polizia municipale non muove in dito. Ca… vostri sono vostri figli. Se domani dopo che si sono schiantati in scooter o vanno in coma etilico non scassate la min…. Non piangete. Andate adesso a vedere in Marina bambini con in mano bottiglie di vodka».
Non ama troppi giri di parole lo scrittore-barista Sandro Mascia, la sua è una denuncia mediatica vera e propria che unisce lo stesso pensiero degli esercenti nel quartiere Marina, a Cagliari. Il problema è sempre lo stesso: gruppi di giovani che si attardano nel cuore della notte a far chiasso, senza rispettare il riposo dei residenti. C’è di più, tra piazza San Sepolcro e la zona della chiesa di Sant’Eulalia, la situazione non è delle migliori, tra chi spacca bottiglie di vetro per terra, spesso qualche scazzottata.
E le Volanti e le pattuglie dei Carabinieri, a cui spesso seguono anche le ambulanze del 118, devono intervenire per sedare risse o soccorrere qualche ferito. Al centro delle numerose polemiche, l’inosservanza dell’ordinanza del sindaco Massimo Zedda: dopo le ore 22 è tassativamente vietato vendere alcolici da asporto. Ma a quanto pare, c’è chi in barba a divieti e regole opportune da osservare, continua imperterrito a violare le prescrizioni.