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Seguo da giorni e con apprensione gli sviluppi che riguardano l’Istituto Tecnico Industriale di Tonara.
Diversi anni fa ho insegnato in quella scuola e ricordo con piacere l’ordine che regnava e la partecipazione di tutti coloro che entravano in sinergia per qualificare l’azione formativa dei ragazzi che la frequentavano.
Tonara è sempre stato un paese molto unito, che ha saputo investire nelle idee e portarsi avanti grazie all’intraprendenza dei suoi abitanti, nei vari ambiti.
E’ un centro che si distingue per la qualità umana di chi ci vive e per la professionalità di chi produce.
Adesso, nella politica senza senso dei “tagli a prescindere” qualcuno ha deciso di sopprimere la prima classe di un corso di studi perché gli iscritti anziché essere 18 sono “soltanto” 16.
Il diritto all’istruzione è diventato una questione di numeri, “col resto di due”!
Una scuola che chiude, in un’area come la nostra, già bombardata dalle ingiustizie e soffocata dal suo isolamento, vuol dire un paese che si spegne ancora una volta, vuol dire una comunità che ha motivazioni deboli per resistere, vuol dire case vuote nel futuro e un po’ della nostra storia che continua ad andarsene via.
A Tonara tutti, ma proprio tutti, sono scesi in piazza. Gli studenti e gli insegnanti non sono soli.
La solidarietà concreta è una cosa bellissima.
Hanno occupato pacificamente il Comune, hanno invaso le strade, hanno chiuso i negozi.
Tutti, ma proprio tutti, stanno facendo sentire la loro voce.
Leggo costantemente ciò che Roberto Tangianu, testimone sul campo e tra i tonaresi, scrive per L’Unione Sarda.
Il sito www.sardegnalive.net mi tiene costantemente informato sugli sviluppi.
Oggi mi ha scritto Francesca Cau, di Tonara, pregandomi di dare voce alla loro voce, di assumere una posizione anche da qui.
Domani mattina a Tonara arriveranno anche gli studenti universitari di Cagliari e Sassari e si uniranno i ragazzi di tutti gli Istituti del circondario, per dare più forza alla protesta, per dare più forma al diritto che non deve essere negato.
Politici di tutti i colori e burocrati del nulla, non abbiate paura di assumervi le vostre responsabilità.
I vostri figli non nascono né a destra né a sinistra: nascono nel futuro che verrà, lo stesso futuro che avete il dovere di difendere e di costruire.
Una scuola che chiude è la dichiarazione del fallimento di tutti.
Tagliare la cultura e soprattutto quella che apre le prime porte della vita è un atto che non tiene conto del sistema e di quel “dramma” delle zone interne di cui tanto parlate e che ora potete e dovete arginare.
Ragazzi di Tonara non mollate, il futuro è nelle vostre mani.
Un abbraccio forte.
Giuliano Marongiu