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Il sindacato USB dichiara lo stato di agitazione nazionale dei Vigili del fuoco. “Non siamo d’accordo con il riordino delle carriere – recita una nota – e la distribuzione economica derivata dallo stesso presentata dall’amministrazione e contenuta dal pre-accordo firmato con i sindacati consenzienti”.
E ancora: “Lamentiamo la mancata riforma dell'articolo 134 del Dlg 217 dove è palese la volontà dell'amministrazione di usare/abusare dei lavoratori del CNVVF per poi “gettarli” nel baratro del conseguente cambio del regime pensionistico che va dagli attuali 57 anni ai 67 anni prospettati dall'attuale impianto; la vetustà del parco automezzi e il pietoso stato in cui versano molte sedi di servizio gravano sempre più sullo stato di disagio della categoria (necessita un piano di messa in sicurezza di tutte le sedi VF dal rischio sismico e abitativo)”.
“4.700.000 € da distribuire a 293 direttivi è inaccettabile. Oltre a ciò è chiaro l’intento di stravolgere l'impianto generale di soccorso ponendo un forte freno alla necessaria politica di assunzione e di ricambio generazionale del CNVVF ormai ridotto all'osso. Chiediamo la messa in atto della ‘risoluzione Fiano’ a cui deve, inevitabilmente, sovrapporsi una vera riforma pensionistica e non la “bufala” dell’art 19 della Legge 183 del 2010. Questa norma, infatti, fa sparire di fatto i 53 anni come finestra utile per il pensionamento. È inderogabile l’esigenza di dover riqualificare tutti i lavoratori che in questi ultimi anni senza CCNL hanno subito un sovraccarico di lavoro dettato dalla “valanga” di circolari emesse che hanno determinato le regole di movimento ma non d'ingaggio”.
“I lavoratori tutti del CNVVF, operativi-amministrativi e operatori, attualmente non hanno una carriera e un compenso economico adeguato. La politica interna sulla sicurezza sui luoghi di lavoro non esiste. Malgrado le continue promesse, l’ufficio centrale del DL 81 è ancora un miraggio. Manchiamo di un Osservatorio Medico sulla salute dei Lavoratori VF (vedi problema esposizione diretta con sostanza contenenti Amianto e altri agenti nocivi) capace di formulare quelle pratiche necessarie per il riconoscimento di patologie ed il relativo monitoraggio della salute del corpo nazionale continuo ed efficiente”.
Il sindacato prosegue chiedendo “il riconoscimento della categoria atipica particolarmente ed altamente usurante. Necessitiamo di un riconoscimento, normativo ed economico dei relativi tempi di vestizione. Una sezione a parte la dedichiamo al problema Opera Nazionale Assistenza ormai diventata terra di sciacallaggio. Vera parentopoli gestionale priva di chiarezza alcuna è di fatto snaturata della sua funzione “morale” verso un indirizzo gestionale privato. Abbiamo scritto ed abbiamo riscontrato situazioni sconvolgenti che ricadono sulle tasche di tutti i lavoratori e che a nostro avviso sono da indagine della procura della repubblica. Attendiamo ancora risposta da parte del Governo”.
E infine “Dal territorio (Agrigento ed Alessandria in primis) riceviamo continui segni negativi riguardanti la mancata applicazione degli accordi nazionali sulle leggi speciali e mobilità ordinaria. I nuclei sommozzatori continuano a vivere un futuro incerto e sotto la scure della produttività (Catania e Brindisi in primis). Gli attacchi ai nostri delegati di posto di lavoro (Prato e Livorno in primis) vedono la scrivente costantemente sotto pressione sul versante tutela dei diritti sindacali. La Formazione è uno strumento produttivo e non di riconoscimento professionale, oltre ad essere mal distribuita sul territorio creando di fatto lavoratori super qualificati ed altri alla stregua di manovali. Vi è un continuo uso dei vigili del fuoco in azioni di ordine pubblico, poco chiare (in primis sfratti). In ragione di quanto esposto, e di altro che ci riserviamo di esporre nella sede opportuna, dichiariamo lo stato di agitazione nazionale e chiediamo l’immediata applicazione della normativa vigente”.