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Sarà Paolo Fresu ad accompagnare l'ultimo passaggio di Ornella Vanoni prima dell'addio al mondo e al pubblico che l'ha tanto amata. Al celebre trombettista e compositore di Berchidda, infatti, è stato affidato dalla stessa cantante l'onere di suonare durante i suoi funerali, la cui cerimonia è in preparazione a Milano dopo che la camera ardente è stata allestita al Teatro Piccolo.
"AI MIEI FUNERALI FRESU E UN ABITO DI DIOR"
Ornella Vanoni aveva svelato già da anni questo dettaglio, immaginando il giorno della sua dipartita con leggerezza. "In quella occasione voglio la musica di Paolo Fresu e indosserò un abito di Dior".
"Ornella Vanoni – ha ricordato Fresu in una intervista a Videolina – è stata straordinaria soprattutto negli ultimi anni, ha compreso quanto fosse importante parlare a tutti, ai giovani. Il giorno della sua laurea Honoris causa, fuori c'erano centinaia di ragazzi che volevano salutarla".
"Non posso svelare il brano che suonerò durante il funerale – ha aggiunto il maestro del jazz –. Mi chiamò una mattina di sei anni fa. Ero a Bologna. Avevo accompagnato mio figlio a scuola. Mi svelò quel suo desiderio, mi disse cosa avrei dovuto suonare. Una cosa che mi colpì molto. Per anni ho avuto questo timore e scherzosamente le dissi: "Se muoio prima io devi venire tu a cantare"".
FRESU: "ORNELLA HA FATTO DEL PALCO LA SUA CASA"
Dopo aver appreso la notizia della morte di Ornella Vanoni, Fresu ha scritto una lettera per ricordarla. "Scrivi qualcosa, domando a me stesso in questa vuota mattina di novembre – esordisce il musicista –. E sono qui a buttare pensieri sparsi in un foglio word pensando al nostro primo incontro al Tangram di Milano nei primi anni Novanta e a quante volte abbiamo riso, pianto, cantato e suonato in questi trent'anni. Quasi impossibile parlare di Ornella. Impossibile tratteggiare una vita ricca fatta di successi e di trionfi, di cadute, ascese e passioni. Scrivi qualcosa, ma cosa?".
"Forse il modo migliore è quello di trovare degli aggettivi – ancora Fresu –. Degli screenshot contemporanei che siano capaci di tradurre l'immaginifico nell'immaginario collettivo del suo essere donna e artista che, sa sempre, appartiene a tutti noi. Ornella è l'emozione della vita. La sua e la nostra. Capace di mettere al centro del mondo la solitudine e la passione, l'amore per stessa e per il prossimo, il pathos e la poesia che salverà (forse) il mondo. Una donna sfuggente che abborriva l'ovvietà e il banale. Un'artista che ha frantumato il sottile equilibrio tra arte e vita e che ha fatto del palcoscenico la sua casa dove ospitare e dispensare i sentimenti umani".
"L'orologio annuncia che è l'ora di partire per Milano. Salvo questi pochi pensieri e spengo il computer conscio di non essere riuscito a scrivere ciò che avrei voluto. Ad esempio che tremava come una foglia prima di salire sul palco che poi affrontava come una leonessa. Oppure delle telefonate settimanali con la sua voce inconfondibile che iniziavano sempre con 'come va?' o quelle con mia madre o con mia moglie Sonia".

