Sarà banale, ma tra il dire di Sergio Mattarella, ieri sera, e il fare dei politici c’è di mezzo proprio il mare, quello dai confini infiniti. O, almeno, è quanto accaduto finora, di sicuro da trent’anni a questa parte.

“I problemi che abbiamo davanti sono superabili”, ha detto il presidente della Repubblica, dopo aver citato tre dei temi più gravi che affliggono il Paese. “Il lavoro è la più grave questione sociale, insieme alla tutela dei diritti e sicurezza e alle conseguenze dei terremoti”.

Problemi superabili, secondo Mattarella, a patto che ognuno faccia la propria parte. Soprattutto, ha chiosato, “chi ricopre un ruolo istituzionale”.

Dunque, un presidente ottimista, che vuole essere anche rassicurante, stando alle sue parole. Alla politica il compito di intervenire e risolvere le problematiche di ogni settore della società. “La cassetta degli attrezzi è la nostra Costituzione”, ha sottolineato Mattarella. La stessa politica che ora ha il dovere di fare proposte adeguate, realistiche e concrete”.

Ci riuscirà? Da una parte c’è il presidente della Repubblica che invita gli italiani ad avere fiducia nel futuro del Paese, dall’altra una classe politica che l’Italia non merita per come è aggrovigliata nei suoi egoismi. Ovviamente, per i miracoli c’è tempo, ma già l’antipasto della nuova legge elettorale non è foriero di buoni auspici.

L’augurio di un buon 2018 per tutti non può essere solo convenzionale. È d’obbligo. Deve essere un impegno affinché, per ripetere le parole del presidente della Repubblica, “ognuno faccia la sua parte”.