"Come possiamo sapere se abbiamo compreso il senso di una musica? Dall'emozione che ci procura. È un criterio soggettivo, eppure è l'unico che funziona veramente” (Maurizio Pollini)

Considerando le emozioni donate in quasi 70 anni di carriera, possiamo dire con sicurezza che il Maestro Pollini aveva ben chiaro il senso della musica.

Nato a Milano il 5 gennaio 1942, figlio della musicista Renata Melotti, ha dimostrato di subito di avere la musica nel sangue.

A 14 anni sostituì alla tastiera il suo maestro di pianoforte, Maurizio Vidusso, impossibilitato a suonare, conquistando la giuria per la tecnica e la memoria.

Appena 18enne portò a casa la vittoria al concorso internazionale Frédéric Chopin di Varsavia, una delle più prestigiose e antiche competizioni pianistiche internazionali. Saranno proprio le sue esecuzioni dei Notturni di Chopin (su tutte, il Notturno Opera 9 N.2) -registrate negli anni duemila con la Deutsche Grammophon- ad entrare nella storia e a valergli, nel 2007, il Grammy Award per la miglior interpretazione strumentale solista.

Particolarmente apprezzate anche le esecuzioni di Beethoven, Brahms, Liszt, Schubert e Mozart.

Nonostante alcuni problemi di salute e ricoveri in ospedale, ha continuato ed esibirsi fino all’anno scorso, fedele fino all’ultimo al suo ideale la musica è un diritto di tutti.

Tra i primi annunciatori della triste notizia, il teatro alla Scala di Milano, dove Pollini debuttò l’11 ottobre 1958 (contando, con l’ultima apparizione del 13 febbraio 2023, ben 168 partecipazioni cui si aggiungono incontri con studenti e partecipazioni come giurato o relatore). Il comunicato: “Il Teatro alla Scala piange la scomparsa di Maurizio Pollini, uno dei grandi musicisti del nostro tempo e un riferimento fondamentale nella vita artistica del Teatro per oltre cinquant’anni”.

La camera ardente sarà allestita proprio alla Scala, che ancora una volta sarà -seppur in una diversa veste- tempio sacro per il Maestro Pollini, consacrandolo definitivamente alla leggenda dopo l’atto finale della sua sinfonia, durata ben ottantadue anni. Sinfonia che, ovunque il Maestro sia, continuerà a risuonare ed allietare l’anima di chiunque l’ascolti.

Buona eternità, Maestro, ricordandoci che sono eterne le memorie della musica… perché in fondo le canzoni (…e le melodie) siamo noi.