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Lo scorso 13 marzo si sarebbe recato in una clinica in Albania per l'installazione di protesi a entrambe le arcate dentali, e da allora, per un 37enne di Barletta, Simone Del Vecchio, sarebbe iniziato un vero e proprio calvario, come racconta il fratello gemello Marco al Corriere del Mezzogiorno, e la sua vita sarebbe cambiata radicalmente, da quella di un ragazzo vitale a quella di un uomo allettato da 8 mesi.
"Alle 14 di quel giorno si sottopose all'intervento con l'asportazione di tutti i denti in una sola seduta e il contestuale inserimento degli impianti a entrambe le arcate. Venti denti estratti tutti insieme - spiega il fratello - Gli somministrarono quattro anestesie gengivali e una blanda sedazione generale senza effettuare esami preventivi, oltre che antibiotici, antinfiammatori, antidolorifici. Dopo il trattamento, durato dalle 14 alle 18, tornò in camera nella stessa clinica dove aveva subito l'intervento. Simone, però, non riuscì neanche ad arrivarci nella stanza perché, dopo aver bevuto un sorso d'acqua, si sentì male, ebbe il primo arresto cardiaco al quale ne susseguirono altri tre".
Dal racconto, è emerso che per 8 mesi, il giovane sarebbe sempre stato ricoverato, dapprima nella clinica stessa, poi all'ospedale di Tirana, dove fu sottoposto a un intervento di cardiochirurgia, in quanto condo i medici vi era la presenza di stenosi coronarica. "Per otto giorni fu ricoverato in rianimazione a Tirana poi, il 21 marzo, con un'aeroambulanza lo abbiamo portato al Policlinico di Bari nel reparto di Rianimazione. È stato in coma farmacologico più di un mese fino al primo maggio quando ha iniziato a dare alcuni segnali di ripresa. Ha ancora problemi di memoria breve. A inizio giugno è stato trasferito nel reparto di Malattie infettive a causa di un'infezione batterica contagiosa, la candida auris, che ha ritardato ancora di più la sua ripresa perché non ha potuto fare riabilitazione. Qui è rimasto fino al 27 settembre, giorno in cui abbiamo deciso di portarlo a San Giovanni Rotondo (nella Casa Sollievo della Sofferenza, dove Simone si trova tuttora", racconta il fratello.
"Questa tragedia ha infranto tutti i nostri sogni e la serenità della mia famiglia. I medici della clinica in Albania non si sono più fatti sentire", conclude Marco, aggiungendo di aver avviato un'azione legale.