La notizia tanto attesa è di poche ore: per ottenere il green pass sarà sufficiente un tampone salivare. Per ora la decisione è passata solo in commissione alla Camera, ma ci si augura passi presto anche dal voto di entrambi i rami del Parlamento. Una misura questa, che se sarà corroborata da prezzi accessibili a tutti, sarà sicuramente meno invasiva dell'ormai noto tampone naso faringeo. Quel metodo di prelievo che in questi mesi ha fatto piangere milioni di bambini e creato file enormi di persone in attesa, generando ulteriori sacche di contagio dell'infezione. Non ultimo svuotato le tasche degli italiani.

Con questa misura, finalmente sembrerebbe apparire all'orizzonte un barlume di buon senso in mezzo a tanta follia collettiva. Una follia destinata a trovare l'ennesima motivazione per dividere il popolo italiano che pare riunirsi e sentirsi tale solo quando gioca la nazionale. Una follia isterica che sta portando a discriminare quella parte di popolazione colpevole, a sentire la narrazione nazional popolare, di voler conservare il diritto di libertà, quello di opinione, quello di libera manifestazione del pensiero, di riunirsi pacificamente, ma anche quello di non volersi inoculare un farmaco sperimentale ed essere dunque ridotto a cavia da laboratorio. Una violenza questa, mi scuseranno i pro-vax, che equivale ad uno stupro, e come tale andrebbe punita dal codice penale.

Il costituzionalista e docente universitario Daniele Trabucco, in un appello antidiscriminazione inviato da diversi professori universitari all'indirizzo del ministro Maria Cristina Messa, afferma: "Con l'introduzione del green pass si raggiunge uno dei punti più bassi della storia italiana." Ed aggiunge: "In quanto professori siamo custodi, anzitutto, di quel sapere che rende liberi. Pertanto lo difenderemo, difenderemo il diritto all'istruzione, alla libertà in tutte le sue forme e alla realizzazione di un mondo migliore". Ma soprattutto, il gruppo di docenti chiede al ministro: "Per anni abbiamo parlato nelle aule ai nostri studenti di democrazia, resistenza, libertà, ed ora dovremmo farci complici di ciò che è diametralmente opposto a tutto questo?".

Diametralmente opposto a questa violenza di gruppo, probabilmente generata da un anno di bollettini mediatici del terrore, di morti e di malati spacciati per incurabili, ma soprattutto di annunci e proclami da clima intimidatorio tipico dei regimi autoritari, vi è il dialogo nella diversità di opinioni. In questo dovrebbero ricavarsi i pilastri su cui reggere una democrazia ed uno stato civile e non certo sulla divisione delle persone o sulle facili etichette per chi non si "ravvede". In questo ultimo anno e mezzo abbiamo assistito invece ad un'informazione filo governativa ed a senso unico da parte dei media, i quali, finanziati da una politica dagli annunci inquietanti e terroristici, sistematicamente tralasciano nell'oblio le notizie che non concorrono agli obiettivi del regime. Una censura che abbiamo conosciuto con i totaliritarismi e che pone l'Italia negli ultimi gradini del podio della libertà di stampa. Una libertà maggiormente negata quando si continuano ad invitare nei salotti televisivi solo ed esclusivamente i soliti esperti virologi e immunologi che, diventati strapagate star della TV, concorrono senza contradditorio alcuno alla divulgazione di notizie che tendono evidentemente all'induzione alla vaccinazione. Come fosse questa l'unica arma al mondo per combattere questo virus a RNA. Contraddetti spesso dalle loro stesse parole e dai testi universitari che sostengono la scarsa utilità, se non il danno creato, in una vaccinazione per questo tipo di molecola cosi mutante. Una verità scomoda, che non piace a chi dai vaccini ci guadagna e che per nasconderla si tende a isolare chi osa cantare fuori dal coro.

Una verità taciuta dal nostro governo, che in democrazia dovrebbe essere il tempio del dialogo e dell'espressione di tutti i punti di vista e che invece non tollera dissidenti, nel ricordo di quelli che a parole rappresentavano il volere del popolo, il suo benessere e la sua salute, ma nei fatti discriminavano, deportavano e ghettizzavano, perpetrando violenze inaudite e sperimentazioni su esseri umani, sacrificati sull'altare del progresso della scienza.

Il Buonsenso è la vera alchimia che potrebbe risolvere il dramma. No a divisioni e a discriminazioni di vario tipo. Come l'orrenda proposta di far togliere la mascherina in classe solo agli studenti vaccinati, pur sapendo che questi contagiano allo stesso modo degli altri. Sì invece al pragmatismo nell'educare le persone all'attuazione di misure anticontagio concrete, che passino anche dai test salivari non invasivi per chi entra in un luogo pubblico. Sì al rispetto del prossimo nel momento in cui si hanno i sintomi e dunque contaggiosi. Sì al vaccino certo, ma per chi lo desidera, ovvero per i fragili, perlomeno per ridurre i sintomi gravi. E soprattutto sì, finalmente, a cure domiciliari tempestive con un protocollo serio e medici incentivati a mollare lo smartphone e visitare il paziente in casa.

A combattere un'infezione che per il 90% di chi la contrae è un banale raffreddore e che la letalità è inferiore all'1%, ci sarebbero le cure che in tanti esperti propongono e che invece la propaganda di regime continua a denigrare. Il pluri-incaricato Bassetti si permette di definire un premio nobel "un rincoglionito con demenza senile", e si rivolge poi in maniera sarcastica e tendenziosa verso chi propone l'ivermectina, sostenendo che "non siamo ne mucche, ne cavalli".

Il professor Luigi Garavelli, primario di Malattie infettive presso l'ospedale di Novara sostiene invece l'efficacia di questo farmaco ed è critico nei confronti della linea adottata dal governo. Affermando che la politica vaccinale non può funzionare perchè il virus muta in maniera talmente veloce e dunque i vaccini vengono inoculati quando sono già vecchi. "E' come una lepre, troppo veloce da raggiungere" dice. Poi aggiunge "il governo dovrebbe fare un bagno di umiltà e dire la verità agli italiani". Peccato che Garavelli, pur essendo stato insignito dal Presidente della Repubblica dell'onoreficenza di Cavaliere dell'Ordine al merito per la lotta contro il Covid, rimane per la TV un perfetto sconosciuto...