"Ai non vaccinati per scelta (...) si potrebbe immaginare di proporre una piccola franchigia, per non dire ticket, in caso di ricovero Covid che vada a coprire almeno i costi «non sanitari» dell’ospedale: letto, biancheria, mensa, servizio di pulizia, utenze". È la proposta di Ilaria Capua, professoressa e direttrice dell'One Health Center of Excellence - Università della Florida, in un intervento sul Corriere della Sera. 

"In cambio della libertà di scegliere se vaccinarsi o no - prosegue la docente -, si potrebbe chiedere un piccolo contributo rispetto al costo totale del ricovero in terapia intensiva. Si tratterebbe soltanto di mille - duemila euro al giorno. Sì, al giorno. Il resto, ovvero i costi di infermieri, medici, medicine ed altro necessario alla cura, sarebbero esclusi dal computo perché quelli ce li passa lo Stato. Per ora, e fintanto che il sistema non finisca dissanguato".

E motiva il tutto spiegando: "Ogni malato di Covid ricoverato in terapia intensiva o subintensiva costa decine e decine di migliaia di euro. I pazienti Covid del nostro recente passato - il mondo prima dei vaccini - hanno gravato inevitabilmente, loro malgrado, sulla Sanità europea in termini di centinaia di milioni euro. Le vittime di oggi, e dei tempi a venire, saranno individui che non hanno iniziato o completato il ciclo di vaccinazione. In altre parole, sono solo i non vaccinati a finire in ospedale. E a prescindere dall’età anagrafica saranno soltanto i non vaccinati a incidere sul bilancio degli ospedali", conclude.