Il Partito Democratico dell’Ogliastra lancia un appello alle forze sindacali, agli amministratori locali, ai partiti politici, ai comitati e alle associazioni di volontariato affinché "si assuma un’azione unitaria per scongiurare una volta per tutte la chiusura, già in atto da tempo, del Reparto di Ostetricia e Ginecologia presso l’ospedale N.S. della Mercede di Lanusei".

"Con questo appello - si legge in un documento firmato dal segretario territoriale dem Ivan Puddu -, come PD dell’Ogliastra, intendiamo investire del problema il Ministro della Salute, affinché assuma diretta cognizione di una situazione che è tale nei territori più marginali d’Italia e che qui da noi è diventata oramai insostenibile. Non poter nascere significa morire. Significa condannare a morte un territorio che si sta spopolando per la mancanza di servizi essenziali per la vita delle persone".

"Fino ad oggi abbiamo sperimentato sulla nostra pelle i fallimenti della politica sanitaria nella nostra isola, dove la mancanza di personale nelle strutture ospedaliere e territoriali è diventata un’emergenza, alla quale bisogna porre rimedio. Oggi stiamo vivendo l’incubo della chiusura del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Lanusei, in un contesto in cui il basso livello di infrastrutturazione e la marginalizzazione dei servizi rendono ancora più piccola, in termini sociali ed economici, la più piccola Provincia d’Italia, segnandone sin d’ora l’annunciata estinzione. In questo modo, senza colpo ferire, i diritti dei cittadini dell’Ogliastra non vengono riconosciuti, tanto da vederne declassato lo status di civiltà".

Per questo, il Pd si rivolge direttamente al ministro della Sanità, Orazio Schillaci per "richiamare la sua attenzione sui gravi problemi che affliggono la sanità nel territorio ogliastrino.

"Mi rivolgo a Lei - scrive Ivan Puddu - perché la politica di governo della nostra Regione, negli ultimi anni, non è stata capace di risolvere questa e altre annose criticità, con l’adozione di misure che si sono rivelate inefficaci, tanto da veder decretata, nel tempo, la chiusura dei reparti ospedalieri. È da ormai un anno che non si partorisce più in Ogliastra a causa della chiusura del reparto di Pediatria e quindi del Punto Nascita, costringendo le donne della nostra provincia a recarsi nei presìdi di Cagliari e di Nuoro, con i sacrifici e le angosce che ne conseguono".

"La presenza dei sanitari nel reparto di Ginecologia e Ostetricia di Lanusei è stata fondamentale, un vero e proprio “salvavita” per quelle future mamme la cui gravidanza ha presentato delle complicanze tali da configurare delle condizioni di emergenza-urgenza - aggiunge il segretario dem ogliastrino -. L’intervento tempestivo dei sanitari nel presidio ospedaliero di Lanusei ha infatti più volte permesso di salvare la vita a mamme e neonati".

"Nella nostra Ogliastra è la variabile tempo a imporre una riflessione urgente: il gap infrastrutturale purtroppo allunga i tempi di percorrenza di alcune ore verso gli altri presidi ospedalieri, quali quelli di Nuoro, Cagliari o Sassari. Affidarsi esclusivamente all’intervento dell’elisoccorso non è sufficiente, in quanto capita spesso che per svariate cause (siamo l’Isola del maestrale) non possa essere tempestivamente disponibile quando richiesto. Pertanto siamo di fronte a una drammatica consapevolezza: senza la presenza dei sanitari del reparto di Ostetricia e Ginecologia e dei Pediatri, le future mamme non potranno che sperare in un percorso fisiologico della loro gravidanza".

"E altrettanto drammatica è la consapevolezza che se in un territorio non si può nascere, il destino è quello di non poter invertire il trend inesorabile dello spopolamento, che porterà nel prossimo decennio a un dimezzamento della popolazione ogliastrina".

Puddu sottolinea ancora "la necessità che vengano messi in campo, nei territori più sofferenti dell’Italia più remota, gli interventi utili ad assicurare alle madri di questa terra il sacrosanto diritto alla salute, loro e dei loro figli".

"Per questo, Le rivolgo la richiesta di un’audizione per meglio illustrare le tante e gravi criticità che persistono nella nostra piccola provincia - conclude rivolgendosi a Schillaci -. Sono certo che saprà accogliere questa mia accorata richiesta, e che saprà ascoltare la nostra voce, che è la voce di chi chiede di poter nascere, crescere e vivere nella propria terra".