IL PROGETTO DI MICHELA MURGIA PER UN’ISOLA DAL FUTURO MIGLIORE

 

L’avevamo intervistata nel marzo 2010 a Cinisello Balsamo nell’hinterland milanese durante un suo incontro con gli emigrati sardi, praticamente all’indomani delle dimissioni della Giunta Soru e avevamo chiuso quell’intervista con questa domanda: Facciamo un gioco: domani cade l’attuale Giunta e di conseguenza si riaprono le porte per una ripresa della tua vita politica. Cosa fa Romina Congera? Si ripropone? 

Se si crea un percorso nuovo con persone che hanno voglia di fare politica per il bene della Sardegna, la mia risposta è si! Diversamente, preferisco dedicare il mio tempo ad altre cose.

Il momento è arrivato: ogliastrina di Tertenia, Romina Congera, nata nel 1976, si è laureata in scienze politiche. Ha lavorato per anni come commessa, cameriera, docente e tutor nella formazione professionale. Ha iniziato la sua attività politica nel consiglio comunale di Tertenia, poi, eletta in consiglio provinciale dell’Ogliastra, è stata nominata assessore del Lavoro, Formazione professionale e Politiche giovanili e femminili. Nel 2007 lascia l’incarico per l’assessorato regionale del Lavoro nella Giunta Soru. È l’assessore regionale più giovane che la Sardegna abbia mai avuto nella storia dell’autonomia.

Romina Congera e la voglia di rimettersi in gioco: perché?

Prima di tutto perché ho capito che con Sardegna possibile posso rimettermi in gioco senza “giochetti” e questo è fondamentale. Ho sempre amato la politica e il suo ruolo nobile nei confronti della società e quando sono stata chiamata a ricoprire ruoli ho cercato di agire rispettando, innanzitutto, questo principio. L’infallibilità non è una dote che esiste e tantomeno che si possa pretendere: la limpidezza e l’onestà, però, si. Dopo l’esperienza in assessorato sono rimasta quattro anni ai margini perché ho ritenuto non ci fossero le condizioni per proseguire la mia attività politica. 

Cosa ti ha convinta del progetto “indipendentista” di Michela Murgia?

Mi ha convinto il fatto che sia un progetto. C’è un’idea di Sardegna nella quale mi ritrovo perché, prima di fossilizzarsi sulla forma giuridica che debba avere, pone le basi per cercare di migliorarla. Soffermarsi, in questo momento, sul significato di nazione o regione penso sia prematuro. Abbiamo gli strumenti normativi che ci permettono maggiori diritti nei confronti dello Stato: se riuscissimo a essere meno dipendenti sarebbe già un ottimo passo.

Come pensi possa lei (ma anche tu) contribuire affinché la Sardegna imbocchi la strada giusta per rinascere?

Non si può pretendere che una persona sogni quando la notte non riesce a dormire per i problemi che l’attanagliano. Quindi bisogna essere onesti e garantire prima di tutto l’impegno. Michela rappresenta un gruppo di persone che ha fatto di questo principio un modo di concepire la politica, l’impegno serve a trovare i margini per migliorare le condizioni affinché chiunque abbia voglia, possa trovare la propria occasione a prescindere da parentele e amicizie. La strada giusta è rappresentata da una maggiore consapevolezza che chi possiede una forza, un’idea o anche solo un progetto possa portarlo a compimento. Ci sono, nella nostra isola, esempi di coraggio imprenditoriale che possono diventare un modello di sviluppo. L’istituzione deve accompagnare queste realtà offrendo gli strumenti e le condizioni per far sì che le imprese possano resistere e affrontare il mercato.

Disegnami la Sardegna dei tuoi sogni…

La Sardegna dei miei sogni