Alghero

ALGHERO | Commedia in algherese

ALGHERO | Commedia in algherese

Venerdì prossimo, 16 marzo, sarà presentata, alle 17:30 nel salone-teatro della Terza Età, la commedia di Guido Sari dal titolo Ell. Anche questa, così come altre commedie dello stesso autore, nasce da una visione critica della realtà ed è ambientata in un luogo indeterminato e in un tempo non definito. Pertanto, in quanto utopica e acronica, il pubblico può ambientarla nel tempo e nello spazio che vuole, vederla come prefigurazione di situazioni future o come metafora del presente.

La commedia ci parla di lobby finanziarie che aspirano al governo dell’intero pianeta e tanto potenti da decidere le politiche dei vari Stati, da scegliere ministri, capi di stato e persino il papa. Lobby che riescono con l’aiuto dei mass media a condizionare profondamente l’opinione pubblica per prevenire ogni eventuale opposizione. Però i rappresentanti più autorevoli di questa ridotta élite che governa il mondo,  riunitisi in un paesino per studiare nuove strategie, verranno scoperti da uno sconosciuto che minaccia di denunciarli pubblicamente, rivelando i loro nomi durante una manifestazione pubblica cui parteciperanno autorità politiche di vari paesi. Poiché amano vivere nell’ombra i lobbisti cercheranno in tutti i modi di scoprire e tacitare lo sconosciuto sia pagando un sicario che fissando una taglia per la sua cattura. Aiutato dalla figlia di uno dei lobbisti, il giovane non verrà né ucciso né catturato e potrà il giorno della manifestazione, occupata la sala audio,  rivolgere un discorso infervorato al pubblico per spingerlo a ribellarsi al potere delle lobby affaristiche. La reazione del pubblico, alla fine, sarà la vera chiave di lettura della commedia.    

La commedia Ell, che segue la tradizione di scorrettezza di molte commedie precedenti dello stesso autore a causa della disinibita critica a stereotipi e luoghi comuni, a pensieri indotti, a resti di ideologie già implose da anni, a laici dogmi della contemporaneità proclamati con rigore radicale, potrebbe essere etichettata dagli ascoltatori, che si sentissero colpiti da essa, come prodotto di un’ideologia determinata, in genere quella che si disapprova e condanna, ma in tal modo il giudizio rivelerebbe solo l’incapacità di andare oltre posizioni manichee, dimostrerebbe che in fondo siamo portatori, più o meno  consapevoli,  di un pensiero fondamentalista che non sa porsi in discussione e che non accetta confronti dialettici. Sarebbe però un errore credere che la commedia aderisca a una precisa ideologia storica. Ma non perché rifiuti l’ideologia, bensì perché attribuisce a quest’ultima un valore e un significato che oggi pare perduto. La sua è un’ideologia che rifiuta le ideologie che storicamente videro e vedono nell’uomo solo uno strumento e non il fine della politica, che fecero degenerare anche gli ideali di riscatto e uguaglianza o che connotarono l’identità con velleità di predominio. La commedia è ideologica perché vuole smascherare la simulazione delle ideologie funzionali alla conquista e al mantenimento del potere, perché rifiuta l’imposizione di un pensiero unico, concettualmente debole e contradditorio, usato come autentico oppio dei popoli, che raddoppia o triplica la morale allontanando l’etica dalla politica. L’ideologia che proclama è quella del giudizio autonomo, dell’indipendenza nelle scelte, della libertà dai condizionamenti, del disprezzo per l’opportunismo che fa applaudire, come in uno stadio, tutto ciò che proviene dall’orientamento politico in cui si milita, o da cui si sperano foraggiamenti, anche quando si tratta di scelte che nulla hanno a che vedere con il bene collettivo.

 

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