L’idea che Matteo Renzi fosse una novità positiva per la politica italiana, era partita anche dalle colonne di sardegnalive. Ma il Pd nella storia dell’ex sindaco di Firenze c’entra poco. Può essere considerata, forse, solo una coincidenza.

Renzi si è imposto, tra lo sgomento e la rabbia dell’intellighenzia del suo partito, come rottamatore della vecchia classe dirigente, cosa abiurata, invece, in altre formazioni dove l’idea dei giovani al comando è tuttora considerata come un attacco sacrilego ai capi storici dei rispettivi schieramenti.

La vittoria personale del premier alle Europee è senza equivoci. Vuole dire semplicemente che l’equazione partiti = casta, emblema di due Italie in una, imperversante nel nostro Paese a tutti i livelli, non è più sopportata da chi vede in Renzi un’inversione di rotta nella politica italiana. E’ un successo che ha ridimensionato seriamente le aspettative di Grillo, il quale forse ha esagerato nel credere, o far credere agli altri, che i suoi voti non fossero soltanto di  protesta.

Il Movimento 5 Stelle è comunque caduto in piedi, con un consistente 21,16%  che lo colloca come la maggiore forza di opposizione. Già nell’immediato futuro, però, Grillo dovrà faticare parecchio perché i suoi progetti più strategici non finiscano in un’illusione del capo e di chi lo ha considerato in modo totale, complice la bravura istrionica dello stesso Grillo, l’unica alternativa possibile per bloccare la deriva italiana.

C’è da dire che circa il 40% degli elettori non si è presentato alle urne. È ancora forte la sfiducia nella nostra classe politica, ma se in futuro ci sarà un concreto rinnovamento nel ruolo dei nostri rappresentanti di tutti gli schieramenti, inclini all’interesse comune e non anche o solo a quello di parte, allora vorrà dire che potrà prevedersi quel ritorno al voto di quei cittadini che sfiduciati e delusi non vogliono più sentir parlare, e non si sa fino a quando, di una loro frequenza alle urne.

Volontà di cambiamento, coraggio e forza di farlo, senso della realtà. Sono questi i requisiti che chi stravede o spera in Renzi identifica nel presidente del Consiglio. Se così è, non basta, però, per il futuro dell’Italia solo il giovane ex sindaco di Firenze. Sicuramente, ci sono tanti giovani nel nostro Paese, militanti e non, con potenzialità di sicuro avvenire anche in politica. Emergere e pensare al proprio futuro e a quello del Paese non è, però, facile per tutti loro.

Pesano ancora troppo, infatti, e non si sa fino a quando, le ventose di chi li vuole plasmare a propria immagine e somiglianza perché la casta, le rendite di posizione o altro ancora, non abbia mai a decadere, per sé e per i loro prediletti. Renzi, almeno per ora, sembra essere riuscito da questo tipo di prigione. Riprenderlo non sarà facile, soprattutto se troverà nella sua strada nuova e buona compagnia.