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“Il ghetto? Quello vero e proprio è qui, con ‘su caddozzimmini’, (la porcheria, n.d.r.) non davanti al vecchio borgo dei pescatori, molto più curato, perché chi ha creato questo schifo non sono soltanto le famiglie che se ne fregano delle regole, ma tutta la politica, destra o sinistra, promesse e tante promesse, in 20 e passa anni è stato fatto ben poco. E dei lampioni spenti, ne vogliamo parlare? La spazzatura e la puzza ovunque è poco se si pensa a come siamo costretti a vivere, tra spacciatori, vedette e palazzine fatiscenti, carcasse abbandonate, fango e polvere sotto le nostre case. Questa è l’altra faccia di questo quartiere, lo dica al nuovo sindaco, difficile che risolva”.
La rabbia
Lo sfogo, alle 2.15 del mattino di un sabato qualunque, andrebbe avanti fino all’alba di domenica, ma chi parla davanti al cronista che ascolta si sveglia prestissimo la mattina, guadagna appena 900 euro al mese in nero, da precario e ha una moglie e 3 figli da sfamare, con bollette e spese mensili da affrontare: “Come mi chiamo? E cosa cambierebbe, per farmi bruciare la macchina con la quale vado a lavorare? Lo sa cosa gli fanno a chi parla troppo? Gli bruciano macchina e furgone, lasci perdere”.
Il tour
L’anonimato è d’obbligo se si vuole continuare a conversare con il 58enne che ci fa da Cicerone, tra i palazzoni che s’affacciano lungo via Schiavazzi, quasi tutti di A.r.e.a., l’ente regionale che si occupa di gestire in toto o quasi soprattutto le manutenzioni sugli edifici popolari: “Le strade? Sono da sempre così, voragini, sterrati, basta la pioggia per farci uscire con gli stivali o far traboccare le fogne, come capita sempre, come sempre il solito giro, a sbatterci a chiamare Abbanoa, Comune, i pompieri, poi d’estate non ne parliamo. Guardi bene tutto questo piazzale, al buio, tra le macchine parcheggiate, chiunque potrebbe venire e dar fuoco senza essere scoperto. E’ già troppo se funziona la luce delle scale del condominio”.
"L'aliga" (i rifiuti che puzzano)
E che dire dei rifiuti, centinaia di buste accatastate, stracolme di ogni cosa e che puzzano, accanto ai “grandi mastelli”, una bella scenografia di un rione ancora troppo abbandonato a se stesso: “Certo, racconta il residente che ha voglia di sfogarsi, hanno fatto la bella passeggiata lungo il porticciolo, hanno reso la zona del Ghetto degli Ebrei accogliente e funzionale, tutto il resto? E se parli e vuoi cambiare le cose? Sei un bugone, una carogna, uno sbirro – aggiunge l’uomo – ognuno faccia la vita che vuole, rispetta e ti rispettano, ma almeno fateci vivere dignitosamente senza le solite promesse elettorali del momento”.
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