Oliena

La lavorazione e il confezionamento delle mandorle sarde

Un mosaico propositivo ai piedi del monte Corrasi che con la sua imponenza culla l'abitato di Oliena e le sue attività floride che dispongono in prominenza il territorio. E' la mescolanza vincente di due giovani che hanno rinvenuto l'idea equanime per mettere in evidenza un prodotto tipico della Sardegna. Grazie all'impegno dell'agronomo Marco Massaiu, 44 anni a maggio, diplomato Perito Agrario all'Istituto Tecnico Agrario Statale “Bernardo Brau” di Nuoro e Laurea in Scienze Forestali presso L'Università degli Studi di Sassari, Facoltà di Agraria e la concezione imprenditoriale del 31enne Giorgio Carente. E' quest'ultimo il titolare della “Hivu – Lavorazione e Confezionamento Mandorle” che di casa sta ad Oliena, dove entrambi risiedono.

La lavorazione e il confezionamento  delle mandorle sarde

Di: Redazione Sardegna Live


Un mosaico propositivo ai piedi del monte Corrasi che con la sua imponenza culla l’abitato di Oliena e le sue attività floride che dispongono in prominenza il territorio. E’ la mescolanza vincente di due giovani che hanno rinvenuto l’idea equanime per mettere in evidenza un prodotto tipico della Sardegna. Grazie all’impegno dell’agronomo Marco Massaiu, 44 anni a maggio, diplomato Perito Agrario all’Istituto Tecnico Agrario Statale “Bernardo Brau” di Nuoro e Laurea in Scienze Forestali presso L’Università degli Studi di Sassari, Facoltà di Agraria e la concezione imprenditoriale del 31enne Giorgio Carente. E’ quest’ultimo il titolare della “Hivu – Lavorazione e Confezionamento Mandorle” che di casa sta ad Oliena, dove entrambi risiedono.

L’idea della Filiera della Mandorla Autoctona germoglia nel 2010 quando Anna Gardu, titolare del marchio “HORO - dolci artistici”, in occasione delle Cortes Apertas, presentò la sua prima mostra. Visto il consenso conseguito dai visitatori, ebbe l’idea di almanaccare sulla “Filiera della Mandorla Autoctona” per la concretizzazione di un Museo del Dolce con congiunto Laboratorio – Scuola Dolci Tradizionali.

Il progetto  - enuncia Marco - era troppo temerario per essere sviluppato da un’unica persona; da qui è nata un’unione di forze che hai implicato le nostre figure oltre ad  Anna” .

Marco, ha la mansione di selezionare le tipologie delle mandorle autoctone, per poi accompagnare il percorso di nuove piantagioni (sfruttando i finanziamenti messi a disposizione dal nuovo Piano di Sviluppo Rurale 2014 – 2020) e programmare squadre di giovani per la raccolta dei frutti nei mandorleti esistenti.

Giorgio, da tempo aveva l’idea di portare macchine all’avanguardia per la lavorazione delle mandorle, provvede all’elaborazione delle stesse nelle varie fasi, ossequiandone nel contempo le qualità organolettiche tipiche.

Nella terza fase – riferisce quest’ultimo - il prodotto passa nelle preziose mani di Anna per la  trasformazione in dolci artistici”

Il progetto della “Filiera della Mandorla” è stato proposto nel settembre 2014 ad Oliena,  in occasione delle Cortes Apertas.

Circa un anno dopo – proferisce Marco con soddisfazione -  sempre in occasione delle Cortes Apertas, siamo usciti per la prima volta col prodotto finito pronto alla vendita”.

Nell’anno appena trascorso – lo rincalza Giorgio -  in occasione del ventennale delle Cortes Apertas di Oliena, ci siamo ripresentati, allargando la gamma dei prodotti. Per esempio abbiamo offerto il caffè alle mandorle, che pare abbia riscontrato i favori del pubblico. Inoltre in cooperazione con degli amici apicoltori, che hanno fornito il miele, abbiamo realizzato il torrone col metodo tradizionale olienese”.

Rapidamente cerchiamo di comprendere l’incedere dell’attività della “Hivu” di Marco Massaiu e Giorgio Carente.  Prendendo in esame la parte puramente agricola, si intraprende la raccolta col metodo dell’abbacchiatura: in passato tale fase veniva attuata con l’ausilio di un lungo bastone (detto “sa maggiadoglia” in olianese) col quale si percuotevano i rami per far precipitare a terra le mandorle, che poi venivano raccolte e deposte in appositi sacchi. Oggi la medesima operazione viene compiuta con moderne apparecchiature abbacchiatrici (simili a quelle utilizzate per la raccolta delle olive), che fanno cadere le mandorle in adeguati teli preventivamente stesi sul terreno per poi raccoglierle in sacchi o cassette in plastica da ortofrutta e custodendo il tutto in un luogo fresco e asciutto, affinché non prendano umidità, il peggior nemico delle mandorle in quanto vettore di micotossine.

Marco mi (ci) soccorre per comprendere il processo di l

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