In Sardegna

Il futuro dei circoli tra incertezze e demagogia

Mentre la campagna elettorale in Sardegna entra nel vivo con i carichi consueti di veleno e di grande nervosismo, l'emigrazione sarda organizzata presente in Italia, che fa riferimento alla Federazione delle Associazioni Sarde in Italia, si interroga sul suo futuro. Sulle rive del Lario, negli spettacolari scenari di Villa Olmo a Como si pianifica un seminario che pone proprio le questioni sulle prospettive future della rete dei circoli.

Il futuro dei circoli tra incertezze e demagogia

Di: Redazione Sardegna Live


Mentre la campagna elettorale in Sardegna entra nel vivo con i carichi consueti di veleno e di grande nervosismo, l’emigrazione sarda organizzata presente in Italia, che fa riferimento alla Federazione delle Associazioni Sarde in Italia, si interroga sul suo futuro. Sulle rive del Lario, negli spettacolari scenari di Villa Olmo a Como si pianifica un seminario che pone proprio le questioni sulle prospettive future della rete dei circoli.

Al tavolo dei relatori, oltre al presidente del sodalizio di casa, Paolo Cristin, il dottor Aldo Aledda che è saggista e ricercatore oltre ad essere Vice Presidente nazionale UNAIE (Unione nazionale Associazione Immigrati Emigrati), Serafina Mascia Presidente FASI, Tonino Mulas, vice Presidente della Consulta sull’Emigrazione. Ha disciplinato gli interventi l’avvocato Giuseppe Fadda, socio del circolo “Sardegna” di Como. Erano invocati, perché la brochure dell’avvenimento così riportava, gl aspiranti alla Presidenza della Regione Sardegna.

In Lombardia non si è presentato alcuno ma con la chiara giustificazione che la data del 16 febbraio è oramai imminente e non si poteva lasciare uno degli ultimi sabato a disposizione per raccoglier consensi sull’isola. Ma le nuove tecnologie hanno fornito il grande ausilio bramato, se via skype hanno potuto dare un apporto Michela Murgia, Francesco Pigliaru e per voce di Ugo Cappellacci, Pietro Pittalis.

Gli interventi dei politici hanno accarezzato la pura demagogia di facciata, ma è stato in ogni modo un bene contrapporsi ed scrutare i volti oltre che la disponibilità di chi rivaleggia alla poltrona di Governatore, nel decantare il valore delle associazioni degli emigrati sardi, storicamente tanto rispettate quanto bistrattate. Serafina Mascia dall’alto del suo scranno presidenziale incombeva sui contendenti: siamo ancora una risorsa per la Sardegna? Che cosa rappresentiamo per voi? I giovani continueranno ad emigrare? E per i trasporti cosa si potrà fare in futuro?

Le sentenze per non essere meccanico le accomuno negli interventi che sobbalzavano sullo schermo dalla Sardegna, perché la linea è stata sempre la stessa da parte di tutti: le associazioni dei sardi sono indispensabili per la promozione dell’isola fuori dai propri confini; il concetto riguardante i giovani e la loro fuga verso il mondo è tema che non lascia disinteressati, perlomeno in campagna elettorale. Ed ecco che in questa visioni aleatoria della faccenda, si prospetta da ogni schieramento politico a prescindere dal colore e dalle ideologie, che il Master And Back possa finalmente in futuro chiudere il proprio cerchio è far si che il giovane sia capace anche di tornare e portare con se il bagaglio di apprendimenti da mettere a disposizione della propria vituperata Regione.

A ciel sereno poi s’infiamma il dibattimento su come debba esser seguito il mondo migratorio organizzato, attualmente appoggiato all’Assessorato al Lavoro. Pittalis avanza l’ipotesi che possa un domani essere esplicitamente la Presidenza a prendersi carico della competenza magari attraverso l’istituzione di un dipartimento. Proposta lacunosa questa, secondo i vertici FASI perché se così fosse, si smarrirebbero i riferimenti istituzionali che comunque possono essere sostenuti da un assessore e dal suo staff, in quanto innegabilmente non sarà il Governatore in prima persona ad occuparsi di circoli e federazioni.

Rimane il fatto che il modello organizzativo delle associazioni va  approfondito e perfezionato, magari uniformando una legge che fa acqua visto quanto sia obsoleta per limiti di età. Si asserisce di tagli e di lentezza burocratica nell’assegnare risorse alle associazioni. Da lì, ascoltare le garanzie che i politici strimpellano, tratteggiano come  un disco rigato e mille volte già ascoltato tanto da apparire tanto monotono quanto inadeguato perché negli ultimi lustri gli assessori di turno, di fronte ad un confronto diretto con le realtà associazionistiche hanno sempre pronunciato lo stesso concetto: “In futuro le cose cambieranno e le risorse per l’emigrazione non saranno tagliate ma implementate”.

Michela Murgia ha enunciato nel suo collegamento

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