In Sardegna

Intervento militare in Libia? Il premier Matteo Renzi frena dopo le incaute uscite dei suoi ministri

Ancora una volta, gli eventi sul fronte della politica interna ed estera ci fanno dire che nel nostro Paese non mancano di certo le occasioni per accendere i dibattiti cruenti, contraddittori e persino autodistruttivi. Il caso della Libia, che ci fa vivere ancor più da vicino l'incubo Isis, la legge elettorale e le riforme costituzionali che spaccano e seminano il vuoto in un Parlamento sempre meno somigliante alla parte più sana di una società stanca di attendere.

Intervento militare in Libia? Il premier Matteo Renzi frena dopo le incaute uscite dei suoi ministri

Di: Redazione Sardegna Live


Ancora una volta, gli eventi sul fronte della politica interna ed estera ci fanno dire che nel nostro Paese non mancano di certo le occasioni per accendere i dibattiti cruenti, contraddittori e persino autodistruttivi. Il caso della Libia, che ci fa vivere ancor più da vicino l’incubo Isis, la legge elettorale e le riforme costituzionali spaccano e seminano il vuoto in un Parlamento sempre meno somigliante alla parte più sana di una società stanca di attendere. Questi fatti, sono lì a dimostrare una guida politica mai razionale, asfittica, volta per volta, di per sé, ma anche costantemente ostacolata da chi non vuole fare neanche per un po’, ma è un'indole tutta italiana, il secondo pilota, la ruota di scorta e così via.

Prendiamo il caso della Libia. Il premier Renzi frena, getta acqua sul fuoco delle polemiche scatenate da due suoi ministri, della difesa e degli esteri, sulla possibilità  di un intervento diretto dell’Italia, seppure sotto la guida dell’Onu,  nello Stato africano che è molto vicino noi. “Prudenza”, dice il presidente del Consiglio, “è una materia complessa, bisogna fare molta attenzione”.

Ricordiamo che per il Califfato Paolo Gentiloni, dopo le sue dichiarazioni “interventiste”,  è “un ministro crociato”, mentre la ministra della difesa,  Roberta Pinotti, è finita nel bersaglio delle opposizioni per avere affermato che per un possibile intervento nel territorio libico sarebbero già pronti 5.000 uomini. Ovviamente, le polemiche non si sono fatte attendere. Le opposizioni attaccano un governo definito in contraddizione con se stesso, incauto e disordinato.

In Sardegna, il deputato Mauro Pili non si è fatto attendere. Il parlamentare sardo va giù duro: “La sparata di inviare 5.000 uomini per un intervento terrestre è pura follia", attacca il parlamentare sardo, già governatore della Sardegna. "E' un film già visto, aggiunge Pili, “i sardi al massacro in guerre insensate e frutto di scelte politiche che si sono rivelate peggiori del male. Le invasioni improvvide potrebbero rivelarsi rischiose e prive di razionalità mettendo a rischio la sicurezza stessa dei militari". 

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