In Sardegna

E' morto Tamponeddu. Con lui si spegne il sorriso della Gallura

Giovanni Maria Tamponi, per tutti “Tamponeddu”, con la sua fisarmonica e con il suo modo di portare allegria, è stato uno dei grandi protagonisti delle piazze e degli spettacoli in Sardegna.

E' morto Tamponeddu. Con lui si spegne il sorriso della Gallura

Di: Redazione Sardegna Live


Giovanni Maria Tamponi, per tutti “Tamponeddu”, con la sua fisarmonica e con il suo modo di portare allegria, è stato uno dei grandi protagonisti delle piazze e degli spettacoli in Sardegna.

È morto ieri, all'età di 85 anni, lasciando un vuoto tra gli affetti più cari è un pubblico di estimatori che non lo aveva mai dimenticato.  Le sue “comiche” erano ritagli di vita ispirati da spaccati di esistenze che popolavano gli stazzi della Gallura, la sua terra.

Aveva viaggiato tanto anche all'estero, dov'era popolare nei circoli e nelle sedi frequentati dai sardi.

Era nato a Luras nel 1930 e aveva debuttato a soli 21 anni sul palco della festa di San Pietro ad Arzachena. In quei tempi la Costa Smeralda non esisteva ancora ed erano gli abitanti di Luras ad organizzare la festa nella chiesa omonima del piccolo e isolato borgo gallurese.

Aveva imparato a mettere in scena piccole “maschere” mutuate dalla sua capacità di osservare gli altri, per costruire la galleria di personaggi che sul palco strappavano risate è successo.

Anche il padre suonava l'organetto e sua madre cantava in quelle che si chiamavano “le tradotte”, i balli delle famiglie della cussorgia.

Zentenoa, l'etichetta discografica di Giovanni Leonardi, in anni recenti ha pubblicato alcune raccolte con i grandi successi di Tamponeddu, con queste note di presentazione:

“Nacque da lui la famosa “Comica di famiglia”, e poi una garbata ironia sulle manie dei poeti di campagna, sulle caratteristiche dei galluresi, i calangianesi in particolare, così intraprendenti negli affari ma così anche ottimi soggetti di caricatura: Ecco “Lu cannoni traditori”, “palloni maladittu” e poi personaggi come il balbuziente, il ricco presentato nella sua avarizia, il banditore del paese, lu ziraccu e la padrona Tamponeddu, diventato paesano, intuì subito, che da quel mondo lasciato alle spalle c’erano situazioni, atteggiamenti, comportamenti che meritavano lo sguardo divertito, un po’ ironico di chi quel mondo aveva conosciuto”.

Con l'avvento della televisione privata, Gianni Medda lo aveva fatto conoscere al grande pubblico, ospitandolo spesso nelle sue trasmissioni.

Si era sposato nel 60 con Virginia, dalla quale ha avuto tre figli.

Nel 65 incise “La comica di famiglia” con la Rca e nel 68 con l’indimenticabile Mario Cervo, per le edizioni Nuraghe, la prima incisione a Cinecittà. La sua produzione discografica colleziona 12 musicassette.

“Bellissimi gli anni con il duo Puggioni - diceva Tamponeddu – facevamo serate in tutta Europa. In Germania, Francia, Belgio, Olanda, Svizzera, e nelle più grandi città italiane: Roma, Milano, Pavia. Con la mia fisarmonica per 25 anni ho suonato in ogni angolo di Sardegna con i Cabitza e Chelo nelle serate del Canto in re e quando i cantanti si riposavano, allora entravo in scena io con le mie comiche.

Il boom fu negli anni 70. Mi cercavano in ogni angolo, facevo anche 20 serate al mese, ho suonato in 400 matrimoni”.

La notizia della sua morte è apparsa su Facebook  dove in tanti hanno postato un saluto in ricordo di Tamponeddu e tra i primi Leonardo Cabitza, uno dei grandi interpreti del canto sardo.

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