Sassari

Referendum trivelle: il presidente Ganau spiega perché andare votare "sì" il 17 aprile

«Per la prima volta nella storia della Repubblica dieci regioni ottengono un grande risultato: riaffermare il proprio ruolo decisionale, riuscendo in poco tempo a votare la proposta per il referendum dl 17 Aprile».

Referendum trivelle: il presidente Ganau spiega perché andare votare

Di: Redazione Sardegna Live


«Per la prima volta nella storia della Repubblica dieci regioni ottengono un grande risultato: riaffermare il proprio ruolo decisionale, riuscendo in poco tempo a votare la proposta per il referendum dl 17 Aprile».

Con queste parole il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Gianfranco Ganau ha aperto i lavori dell'incontro informativo promosso oggi pomeriggio a Sassari nello spazio di via Oriani dall'associazione Enrico Berlinguer.

Dopo l'introduzione del presidente, Giampaolo Mameli che ha illustrato il quesito referendario, spiegando le ragioni per andare a votare sì alla consultazione referendaria, il massimo rappresentante dell'assemblea sarda ha illustrato il percorso che ha visto coinvolti i dieci consigli regionali.

«Spiace che qualcuno non riconosca il ruolo autonomistico della nostra regione – ha sottolineato Ganau – anche perché la nostra azione ha costretto il Governo a ritornare indietro su cinque dei sei quesiti iniziali. E' rimasto un solo quesito al quale si tende strumentalmente dare un ruolo marginale».

Il delegato sardo del comitato nazionale è entrato poi nel merito del quesito referendario, spiegando che ad oggi sono state rilasciate ventitré concessioni per un totale di 135 piattaforme, entro le dodici miglia.

«Senza il referendum le concessioni potrebbero essere prorogate sino ad esaurimento del giacimento. Dietro la vittoria del sì - ha chiarito Ganau - ci sarebbe la certificazione di una volontà popolare forte sulla contrarietà alle trivellazioni entro le dodici miglia dalla costa».

Ganau si è poi soffermato su alcuni aspetti emersi nelle ultime settimane dal dibattito sul referendum, spiegando che le trivellazioni in mare oggi rappresentano meno dell' un per cento del fabbisogno energetico nazionale. L'Italia si è impegnata formalmente nella conferenza di Parigi a ridurre del 40 per cento la dipendenza dai fossili.

«Sulla perdita dei posti di lavoro - ha sottolineato Ganau - si è fatto molto allarmismo considerato che le prime concessioni scadranno nei prossimi quattro anni, le ultime fra dieci anni, abbiamo tutto il tempo per riconvertire un settore verso le energie rinnovabili. A parità di investimento le rinnovabili coprono quattro volte di più i posti di lavoro».

Le piattaforme sono sicure? É la domanda che il presidente Ganau ha rivolto al pubblico, ricordando a riguardo che negli ultimi cinque anni sono stati numerosi gli incidenti gravi con danni irreversibili alle coste. « Il 17 di marzo - ha ricordato Ganau – si è verificato un incidente nelle coste della Tunisia, di cui si è parlato poco. Eppure lo sversamento ha coinvolto oltre tre chilometri di coste tunisine. A questo aggiungo che secondo dei dati diffusi dall'ISPRA dai campionamenti eseguiti nelle acque attorno alle piattaforme in due terzi dei sedimenti è stata trovata almeno una sostanza pericolosa superiore ai limiti consentiti. Con assoluta convinzione - ha concluso Ganau - sostengo la battaglia per il si perché in gioco c'è il futuro del nostro Paese».

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