In Italia

Andrea Riccardi eletto Presidente della Società Dante Alighieri

Andrea Riccardi, già Ministro del Governo Monti e fondatore della Comunità di Sant'Egidio, è stato eletto Presidente della Società Dante Alighieri, un'istituzione culturale italiana fondata nel 1889 da un gruppo di intellettuali guidati da Giosue Carducci che ha lo scopo di “tutelare e diffondere la lingua e la cultura italiane nel mondo, ravvivando i legami spirituali dei connazionali all'estero con la madre patria e alimentando tra gli stranieri l'amore e il culto per la civiltà italiana”.

Andrea Riccardi eletto Presidente della Società Dante Alighieri

Di: Redazione Sardegna Live


Andrea Riccardi è famoso nel mondo per essere il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, una comunità cattolica nata a Roma subito dopo il Concilio Vaticano II. La comunità prende il nome dall’omonima chiesa di Sant’Egidio, a Trastevere in Roma, vicino al Vaticano, cuore della chiesa cattolica.  

Riccardi, insieme ad altri studenti del liceo Virgilio, inizia ad andare, sin dal 1968, nelle baracche della periferia di Roma, dove vivono molti poveri e immigrati del sud Italia. Il contesto del ’68, il senso critico nei confronti delle ideologie, la conoscenza delle borgate, il passaggio per Comunione e Liberazione e poi la strada intrapresa con Sant’Egidio. La prima opera è un doposcuola pomeridiano per i bambini chiamata Scuola popolare, sembra per richiamarsi all’esperienza dell’omonima Scuola popolare di Don Milani a Barbiana. Si tratta della zona del cinodromo, tra il quartiere Ostiense e Viale Marconi, una zona che oggi gli abitanti di Roma non definiscono certo “periferia” ma che all’epoca è piena di catapecchie e ricoveri fatiscenti, non diverse da quelle in cui oggi vivono tanti stranieri extra-comunitari che cercano fortuna in Italia.

Sin da subito le attività della Comunità di Sant’Egidio si strutturano intorno all’aiuto ai poveri e alla preghiera. Con il tempo, la frequentazione con i poveri diventa un’amicizia e con molte persone si instaurano dei legami quasi familiari. Come più di una volta ha scritto Riccardi, e con lui altre persone presenti dalle origini della Comunità, è l’occasione per scoprire nuove povertà, nuove forme di emarginazione, nuove forme di quelle che in Comunità vengono definite di servizio ai poveri.

Caratteristica principale della Comunità di cui Andrea Riccardi è fondatore è infatti la non specializzazione: molte realtà ecclesiali, come anche le organizzazioni di volontariato, le congregazioni o anche le aziende, si strutturano intorno ad una missione. In Sant’Egidio questo non esiste. Tutto sembra interessare tutti. Chi lavora con gli anziani si interessa anche ai bambini. Chi lavora con gli immigrati si interessa anche ai disabili. L’unico fattore comune è la preghiera e il Vangelo. È un fatto che disorienta e che interroga chi pensa la sua vita come incastrata in un percorso già definito.

Per questo motivo Andrea Riccardi con altri componenti della Comunità di Sant’Egidio, come Vincenzo Paglia, Matteo Zuppi, Marco Impagliazzo e altri, negli anni sono finiti a interessarsi di teatri di guerra. In più di un’intervista hanno dichiarato che questo percorso non è stato costruito a tavolino ma ci si è arrivati per gradi. Il momento fondante sembra essere stato quello in cui la carità di quella che all’epoca era una Comunità operante solo a Roma e in poche altre città italiane ha cominciato a interessarsi ai poveri del terzo mondo, in particolare dell’Africa e ancora più in particolare del Mozambico.

Tramite l’intesa con un vescovo mozambicano Sant’Egidio comincia a inviare aiuti a quel paese in guerra. La guerra, tuttavia, non vuole saperne di smettere e, anzi, colpisce duramente Sant’Egidio: in un libro di Roberto Morozzo Della Rocca, professore ordinario di Storia contemporanea nell’Università di Roma III, “Mozambico: dalla guerra alla pace. Storia di una mediazione insolita” si racconta di come due giovani della nascente Comunità in Mozambico perdono la vita a causa di un attacco militare. La storia dei negoziati tra il governo del Mozambico e i ribelli della Renamo con la lunga e appassionata opera di mediazione di Andrea Riccardi e Matteo Zuppi comincia così. Questa mediazione è stata così particolare che il segretario generale dell'ONU Boutros Boutros-Ghali ha parlato di una "formula italiana" per una "miscela, unica nel suo genere, di attività pacificatrice governativa e non".

Da quel momento, il 1992, la Comunità di Sant’Egidio diventa nota come l’ONU di Trastevere e si moltiplicano gli interventi di pacificazione in giro per il mondo. Si ricordano qui gli interventi connotati dal successo come quelli nei Balcani, in Guatemala, in Colombia, in Sud Sudan, in Burundi ma anche quelli infruttuosi come quello in Algeria.

Con il pontificato di papa Giovanni Paolo II comincia un lungo percorso di affinità, s

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