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Il "Saccomannu"

Saccomanni Fabrizio nasce a Roma nel 1942. Una carriera esemplare la sua, il sogno di tutte le mamme del mondo. Dopo la formazione bocconiana perfezionata presso la Princeton University nel New Jersey, inizia con la Banca d'Italia, la quale funge da trampolino che lo proietta verso il Fondo Monetario Europeo, la Banca Centrale Europea, la Banca dei Regolamenti Internazionali, nonché ad essere membro di tutta una serie di Istituti sempre appartenenti al suo mondo: l'economia.

Il

Di: Redazione Sardegna Live


 

Saccomanni Fabrizio nasce a Roma nel 1942. Una carriera esemplare la sua, il sogno di tutte le mamme del mondo. Dopo la formazione bocconiana perfezionata presso la Princeton University nel New Jersey, inizia con la Banca d'Italia, la quale funge da trampolino che lo proietta verso il Fondo Monetario Europeo, la Banca Centrale Europea, la Banca dei Regolamenti Internazionali, nonché ad essere membro di tutta una serie di Istituti sempre appartenenti al suo mondo: l'economia.

 

Il 2013 è per lui l'anno clou. Quello che lo porterà alla grande notorietà. Inizia a gennaio quando è nominato presidente dell'IVASS che sostituisce l'obsoleto ISVAP, l'autorità di vigilanza per le assicurazioni. Arriva poi alla carica più prestigiosa nell'aprile di questo stesso anno, quella di ministro dell'economia. 

 

Fisicamente parlando Fabbrizio somiglia alla comica figura del Ragionier Fantozzi. Ma un immagine fantozziana non renderebbe merito all'intelligenza del personaggio. Potremo cosi tentare un accostamento insieme ai suoi compagni di merende, Monti e Draghi, alla famigerata banda bassotti. Ma anche in questo caso i conti non tornano del tutto. Infatti nonno bassotto aveva come obbiettivo il deposito di Paperon de Paperoni, mentre qui i paperoni, sopratutto quelli politici, non vengono neppure sfiorati dalla banda.

 

Per fortuna la storia ci viene incontro raccontandoci del sacco di Roma del 1527 ad opera dei lanzichenecchi al soldo dell'imperatore Carlo V d'Asburgo. Cosi la Merkel D'Asburgo, posto che di lanzichenecchi non se ne trovano più, parrebbe aver  assoldato la banda bassotti. Ecco perchè anziché il sacco di Roma oggi ci troviamo a subire il sacco "mannu" (dal sardo: grande). 

 

Discutendo con amici, dicevamo di quanti vantaggi si ritrova oggi un azienda dell'area euro che produce beni cosiddetti di status. Supponiamo una Ferrari, o una Tods. Con la moneta forte acquisteranno materie prime ad un prezzo irrisorio vendendo il prodotto finito a margini elevatissimi.

 

Chi compra beni di lusso adora spendere di più perché fa "figo", o per meglio dire perché il poveraccio, della porta non proprio accanto, non se li può permettere. 

"Accidenti" direte voi, "che vantaggio quest'euro". Si una grande conquista sopratutto per la Germania che ha un economia improntata su questo tipo di beni. Peccato che in Italia non ci siamo ancora adeguati, cosi che almeno per la stragrande maggioranza dei casi, le aziende producono beni cosiddetti normali.

 

La competitività nella produzione di quest'ultimo tipo di beni per i paesi emergenti è data da 2 fattori: la remunerazione del fattore lavoro e la svalutazione della moneta.

Sul primo fattore si può agire ben poco. Escludendo le tasse si tornerebbe a livelli non asupicabili di povertà.

 

Sul secondo fattore invece la banda bassot

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