In Sardegna

Quegli occhi che sorridevano alla vita e il grande cuore di Gavoi

Nel cuore di tutti sopravvive il ricordo di quel viso che si affacciava sorridente da una fotografia, di quel biondo che lo avvolgeva, di quegli occhi che sorridevano alla vita.Roberto se n'è andato piano piano e nel silenzio che lo ha protetto, tra le braccia di chi non ha mai smesso di volergli bene e di stargli vicino.

Quegli occhi che sorridevano alla vita e il grande cuore di Gavoi

Di: Redazione Sardegna Live


Nel cuore di tutti sopravvive il ricordo di quel viso che si affacciava sorridente da una fotografia, di quel biondo che lo avvolgeva, di quegli occhi che sorridevano alla vita.

Roberto se n’è andato piano piano e nel silenzio che lo ha protetto, tra le braccia di chi non ha mai smesso di volergli bene e di stargli vicino.

"Se mi ami non piangere!" scrive tra le righe commosse Valeria Sanna, la zia, prendendo in prestito le parole di Sant’Agostino. "Sono felice di averti incontrato nel tempo, anche se tutto era allora così fugace e limitato. Ora l’amore che mi stringe profondamente a te, è gioia pura e senza tramonto".

La dolcezza del suo sguardo coincide con la più grande mobilitazione di solidarietà e generosità che io ricordi e che oggi, nel cogliere con dolore la notizia di un epilogo, riemerge con la forza di un amore che Roberto ha saputo seminare e con l’esempio che suo padre Dario e l’intera comunità di Gavoi hanno avuto modo di dimostrare.

Roberto era stato “adottato” da tutti, in ogni angolo dell’isola e anche oltre i confini del nostro mare. Roberto era diventato parte di un cuore allargato, il motore che muoveva amore, la spinta per una sfida in cui tutti avevano creduto e per la quale tutti avevano lottato. 

Il “viaggio della speranza” per Roberto si è concluso con un destino segnato: certe malattie corrono più in fretta del tempo necessario che serve per combatterle, ma la raccolta straordinaria di fondi è servita negli anni ad aiutare tante persone, a curare altri mali, ad arginare il disagio di giovani svantaggiati, ad acquistare strumenti necessari per affrontare il cammino della sofferenza con l’ausilio di apparecchiature appropriate.

A me torna in mente quel bambino che giocava con il suo triciclo mentre gli altri bambini come lui gli giravano intorno. Vive dentro di me quell’immagine tenera del suo viso, quel sorriso timido abbozzato, il bello di un’alba che non è sorta invano.

Vola tra gli angeli, in qualunque cielo tu sia!

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