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Parola d'ordine: filtrare

Molti hanno una doppia vita. La prima vita è quella reale, la seconda è quella sui social. Se la prima vita, quella reale, scorre più o meno da sempre nella stessa maniera, nella seconda vita, quella che molti di noi vive sui social, è spesso diversa. La diversità consiste nel modo in cui si comunica. Quasi che a mancare siano le regole del controllo sociale che, per quanto discutibili, nel bene o nel male - nella vita reale - hanno un senso.

Parola d'ordine: filtrare

Di: Redazione Sardegna Live


Molti hanno una doppia vita. La prima vita è quella reale, la seconda è quella sui social.

Se la prima vita, quella reale, scorre più o meno da sempre nella stessa maniera, nella seconda vita, quella che molti di noi vive sui social, è spesso diversa. La diversità consiste nel modo in cui si comunica. Quasi che a mancare siano le regole del controllo sociale che, per quanto discutibili, nel bene o nel male - nella vita reale - hanno un senso.

Prendiamo l’esempio dell’informazione. Specialmente su Facebook possiamo notare con quale facilità molti utenti condividano link relativi a falsi organi di informazione, alcuni  con nomi molto simili ai giornali veri, altri con nomi di pura fantasia. Solo per fare un esempio: “ilsolo24ore” e “patatine fritte”. Il primo fa il verso alla storica testata che da sempre tratta di economia, e nella distrazione della lettura in tanti non si accorgono della differenza. Una genialata. Il secondo – patatine fritte – dovrebbe solo dal nome far pensare non si tratti  di un sito di informazione. Eppure, questi ed altri, sono clicatissimi. A renderli virali poi ci pensa Facebook. Nella seconda vita in tantissimi non hanno la capacità di filtrare le notizie ingannevoli,  ed anzi le amplificano, dandogli  la parvenza della veridicità pubblicandola sul proprio profilo.

Tutto è diventato verosimile, se non reale. La politica, la cronaca nera, lo sport, la società. Prima si soleva dire “l’ha detto la televisione”, a sinonimo di garanzia. Oggi la televisione la si guarda ancora più distrattamente, mentre coi social siamo diventati ancora di più protagonisti e testimoni del tempo che viviamo. E tutto in tempo reale. Nel passato, con la tv, avevamo il telecomando, ed un’offerta di una decina di canali. Lo spettatore era però ancora passivo. Oggi, coi social e con Youtube, gli utenti sono i veri protagonisti. Oggi tutti possono produrre un documentario e caricarlo su YT.

Quante volte abbiamo sentito dire che la televisione ci indottrinava coi suoi telegiornali filo governativi e ci distraeva dai problemi del paese coi suoi programmi leggeri e popolari? Cosa succede al nostro paese adesso che in tantissimi si sono trasformati in distributori inconsapevoli di notizie sfacciatamente false? Com’è possibile che uno strumento di grande libertà e democrazia, messo a disposizione delle masse, si trasformi in un pantano di menzogne? Com’è cambiato il nostro paese con questi nuovi strumenti? Come e da chi sono orientate le scelte delle persone?

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