In Sardegna

La denuncia di Mauro Pili: "Decreto imbroglia Sardegna, furto di 308 milioni di euro all'isola per finanziare le opere del nord Italia"

“Un furto. Senza troppi preamboli. I fondi di coesione 2014/2020 sono requisiti. Alla Sardegna vengono scippati di colpo 308 milioni di euro. Il decreto sblocca Italia in realtà è un decreto “imbroglia Sardegna”. I professori di viale Trento si confermano dilettanti allo sbaraglio tanto che il governo Renzi annuncia soldi che non ci sono per le strade sarde e nel contempo non si accorgono che dalle poste di bilancio alla Sardegna spariscono la bellezza di 308 milioni di euro".

La denuncia di Mauro Pili:

Di: Redazione Sardegna Live


“Un furto. Senza troppi preamboli. I fondi di coesione 2014/2020 sono requisiti. Alla Sardegna vengono scippati di colpo 308 milioni di euro. Il decreto sblocca Italia in realtà è un decreto “imbroglia Sardegna”. I professori di viale Trento si confermano dilettanti allo sbaraglio tanto che il governo Renzi annuncia soldi che non ci sono per le strade sarde e nel contempo non si accorgono che dalle poste di bilancio alla Sardegna spariscono la bellezza di 308 milioni di euro. Al comma 4 dell’art.3 del decreto la copertura finanziaria dei fondi che vanno al Nord Italia provengono per 3.048 milioni dal fondo di coesione 2014/2020. Un importo che andava ripartito alle regioni in base alle norme richiamate nello stesso decreto. L’80% spettava al Sud e di questo il 12,61% alla Sardegna. L’ammontare del bottino di Renzi & Lupi ai danni della Sardegna è di 308 milioni di euro. Tutto per finanziare opere certe al nord e per finanziare niente alla Sardegna”.

Lo ha denunciato il deputato sardo di Unidos Mauro Pili che ieri mattina ha divulgato il testo del decreto uscito da Palazzo Chigi e in fase di composizione per la stampa sulla Gazzetta ufficiale. Nel testo ormai finale pubblicato da Pili emergono i dettagli delle coperture finanziarie e le ricadute effettive sulla Sardegna.

“Basta leggere il decreto per capire che non esiste nessuna attribuzione certa all’isola, considerato che i tempi indicati per finanziare i provvedimenti sono un vero e proprio cappio al collo – ha detto Pili. Tempi che non risultano superabili anche quelli previsti per legge per le eventuali approvazioni dei progetti. Dunque furto con destrezza senza pudore. Il provvedimento che i professori di viale Trento hanno salutato con toni trionfanti non è altro che una maxi bufala con truffa ai danni della Sardegna. E’ semplicemente vergognoso che questa dilettantesca compagine di governo regionale non si sia posta nemmeno il dubbio delle coperture finanziarie e non abbia accennato un minimo di riserve dinanzi a tempi di appalti che apparivano di fatto impossibili anche per lo stesso crono programma di revisione progettuale indicato nell’intesa con l’Anas”.

“A tutto questo – ha proseguito il deputato di Unidos - va aggiunto un capitolo ancora più delicato quello relativo al fondo revoche. Un norma richiamata nel decreto frega Sardegna, contenuta in un provvedimento del 2011, e di cui si ignorano gli effetti, considerato che non si conoscono i decreti di revoca di stanziamenti relativi a delibere Cipe anteriori al 2008. Per la Sardegna potrebbe trattarsi di un’altra mazzata considerato che diverse opere contenute nella legge obiettivo sono state finanziate prima di quella data e non risultano ne realizzate ne appaltate. Ci potrebbero essere dighe e strade, connessioni idriche e interventi di varia natura su opere rimaste bloccate in questi ultimi dieci anni di fallimenti infrastrutturali”.

“Al furto certo di risorse alla Sardegna si aggiunge un’altra amara realtà. Non ci sono risorse certe per la Sardegna e anzi il meccanismo proposto rischia di essere un vero e proprio imbroglio per la nostra isola. Aver legato eventuali finanziamenti ai tempi dell’appalto significa dare per scontato che non esiste la possibilità di rispettare quei tempi. E’ lo stesso documento Anas regione di qualche mese fa a dire che non esistono progetti e che gli stessi devo essere aggiornati e conseguentemente sottoposti alle valutazioni ambientali e autorizzative. Quindi non possono essere rispettati i tempi imposti dal decreto imbroglia Sardegna. Si tratta dell’ennesima truffa ai danni della Sardegna”.

“Non è un caso – ha detto Pili – che in questo decreto nella prima fascia delle opere certe e finanziate alla Sardegna non viene riservato nemmeno un euro. Nella seconda fascia si prevede una cifra indefinita per tutta l’Italia che non ha nessun riparto e che prevede per la Sardegna una clausola letale: quelle opere devono essere appaltabile entro il 31/12/2014. Dalle intese tra regione e Anas di qualche mese fa risulta per esempio sulla 131 non esistono progetti appaltabili e tantomeno procedure di approvazione degli stessi. Nel recente scandaloso protocollo tra la Regione e l'Anas è stato scritto che gli interventi più urgenti riguardano gli svincoli di Paulilatino, Macomer, Bonorva e Coss

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