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Il nemico è in casa, si muove tra noi

Non possiamo far finta di niente anche questa volta. Non possiamo girarci dall'altra parte. Il nemico è in casa, si muove tra noi. Ha un volto, un nome. Si chiama Islam. I suoi proseliti, musulmani. Col passare dei giorni si moltiplicano. Migliaia e migliaia di arrivi, senza sosta.

Il nemico è in casa, si muove tra noi

Di: Redazione Sardegna Live


Non possiamo far finta di niente anche questa volta. Non possiamo girarci dall'altra parte. Il nemico è in casa, si muove tra noi. Ha un volto, un nome. Si chiama Islam. I suoi proseliti, musulmani. Col passare dei giorni si moltiplicano. Migliaia e migliaia di arrivi, senza sosta.

Accecati dal perbenismo, continuiamo a pensare che l'accoglienza sia cosa buona e giusta. Vediamo l'integrazione come un fattore positivo. E in nome di essa rinunciamo ai nostri valori, alla nostra tradizione, alla nostra cultura. Una strategia terrorista quella kamikaze o camion lanciati a folle velocità, che mira a intimorirci con lo scopo di sopraffare.

Eppure, anche stavolta, hanno colpito nella massa. Avvenne in maniera ecclatante a New York in quel drammatico 11 settembre 2001. E si spostarono in Europa ripetendo tali atti a Madrid, Londra, Parigi, Bruxelles e ora a Berlino.

Intendiamoci. Fare di tutta l'erba è un fascio, è sbagliato. Ma il dovere di riconoscere la realtà, sacrosanto. Le risposte devono essere nette e senza alcun indugio. Il sangue dei 12 morti e 48 feriti, grida giustizia. Allora chiudiamo le frontiere, difendiamo come disse Papa Benedetto XVI, "il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere ciascuno nella propria terra". Cancelliamo ogni possibilità d'invasione. Accoglierli e farli crescere nel nostro territorio è un suicidio i cui effetti li vediamo col passare degli anni, mesi e giorni.

Combattere poi con il pensiero comune rende tutto più arduo. E mi perdonerà Papa Francesco se con lui mi trovo in disaccordo e preferisco le parole del suo predecessore. Perché pensare di integrare chi vuol disintegrarci, in breve o lungo termine, si pagherà. Nel bene o nel male.

Se a ciò si aggiunge l'azione di un Governo inetto, ormai succube e zimbello dell'Europa, il dado è tratto. Finanziare le cooperative che sono le prime portatrici di morte attraverso la compravendita di armi, una corresponsabilità inaccettabile. Finanziare coloro che falsamente si dicono profughi, la più grande eresia laica del nuovo millennio. Business terrorista a danno degli innocenti, della nostra gente.

In questa guerra, in cui non ci sono vincitori o vinti, occorre concretezza, soprattutto ora che abbiamo la certezza del camion partito dall'Italia.

O ci difendiamo, o pagheremo con la vita la nostra la negligenza. Chi non è contro di loro, è con loro.

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