In Sardegna

Farmaci a base di cannabis: ecco la proposta del Pd sul "modello Puglia"

"Abbiamo scelto il modello pugliese per questa legge perche' tra le varie Regioni ci sembra quello piu' avanzato ed equilibrato". Cosi' Roberto Deriu, vice capogruppo consigliare del Pd alla Regione Sardegna e primo firmatario della proposta di legge depositata da altri sei esponenti dem per regolare la modalita' di erogazione dei farmaci a base di cannabinoidi per finalita' terapeutiche.

Farmaci a base di cannabis: ecco la proposta del Pd sul

Di: Redazione Sardegna Live


"Abbiamo scelto il modello pugliese per questa legge perche' tra le varie Regioni ci sembra quello piu' avanzato ed equilibrato".

Cosi' Roberto Deriu, vice capogruppo consigliare del Pd alla Regione Sardegna e primo firmatario della proposta di legge depositata da altri sei esponenti dem per regolare la modalita' di erogazione dei farmaci a base di cannabinoidi per finalita' terapeutiche.

Con questa norma "la Regione Autonoma della Sardegna nel rispetto delle proprie competenze e dei limiti derivanti dalla legislazione statale- si legge nel testo della norma- riconosce il diritto dei sardi all'utilizzo di medicinali e preparati galenici magistrali a base dei principi attivi cannabinoidi, per finalita' terapeutiche e ne disciplina le modalita' di somministrazione e l'accesso a carico del Servizio sanitario regionale". 

La proposta prevede che i medicinali e i preparati magistrali possano essere prescritti dal medico specialista del Servizio sanitario regionale e dal medico di medicina generale, sulla base del piano terapeutico redatto dal medico specialista, con la possibilita' di iniziare il trattamento in ambito ospedaliero o in ambito domiciliare. Nel primo caso i farmaci verranno preparati e forniti dalla farmacia ospedaliera con costi a carico del Ssr, anche una volta cessato il ricovero ospedaliero; nel secondo caso il medico di medicina generale prescrive la terapia sulla base del piano terapeutico redatto dallo specialista e ai fini della fornitura ci si deve rivolgere tassativamente al farmacista del servizio pubblico in caso di farmaci importati.

Mentre qualora i farmaci dispongano dell'autorizzazione alla commercializzazione sul territorio italiano, si potra' scegliere se rivolgersi al farmacista del servizio pubblico con oneri a carico del Ssr o ad una farmacia privata, ma in questo caso gli oneri saranno a carico del paziente. "L'efficacia farmacologica dei cannabinoidi e' ormai ampiamente riconosciuta soprattutto per il trattamento degli effetti collaterali associati alla chemioterapia e il contrasto dell'anoressia e della cachessia nei pazienti affetti da Aids - chiariscono i proponenti della legge (oltre a Deriu, firmatari sono i consiglieri del Pd Comandini, Sabatini, Pinna, Tendas, Lotto e Piscedda) -. Vi sono, pero', numerose altre patologie per le quali le evidenze empiriche hanno portato alla progettazione di studi clinici controllati, come nel caso della sclerosi multipla, in cui i cannabinoidi hanno evidenziato efficacia nella riduzione gli spasmi muscolari e del dolore associato. Risultati preliminari molto incoraggianti - continuano i consiglieri Pd - pubblicati su prestigiose riviste scientifiche, hanno portato all'autorizzazione di studi clinici controllati, attualmente in corso in Gran Bretagna, in Germania e negli Usa". 

I proponenti ricordano che "attualmente Puglia, Toscana, Veneto, Liguria, Marche, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Sicilia, Umbria, Basilicata ed Emilia Romagna hanno emanato leggi regionali a favore dell'uso di farmaci a base di THC prevedendo la possibilita' di prescrivere sia i medicinali registrati all'estero che le preparazioni magistrali. Il quadro complessivo e' assai disomogeneo e se vogliamo discriminatorio, con cittadini che a seconda della regione di appartenenza possono accedere o meno, tramite Ssr, a farmaci potenzialmente utili per il dolore e per l'attenuazione dei sintomi di alcune patologie fortemente invalidanti. Il costo del farmaco, se non diversamente specificato dalla legge regionale, e' a carico del paziente: si tratta di una discriminazione inaccettabile".

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