Cagliari

Droga e degrado al SS. Trinità di Cagliari

Dopo il blitz antidroga, avvenuto nel maggio 2015, a Is Mirrionis sembra essere cambiato poco. Il quartiere periferico di Cagliari è noto da anni per la criminalità e la presenza di tossicodipendenti, ma è anche una zona dove vivono tanti studenti universitari e comuni cittadini, spesso costretti a non uscire di casa la sera per paura.

Droga e degrado al SS. Trinità di Cagliari

Di: Redazione Sardegna Live


Dopo il blitz antidroga, avvenuto nel maggio 2015, a Is Mirrionis sembra essere cambiato poco. Il quartiere periferico di Cagliari è noto da anni per la criminalità e la presenza di tossicodipendenti, ma è anche una zona dove vivono tanti studenti universitari e comuni cittadini, spesso costretti a non uscire di casa la sera per paura.

A Is Mirrionis si trova anche uno dei complessi ospedalieri più grandi dell’Isola, l’ospedale Santissima Trinità, da tempo al centro dell’attenzione mediatica, ma purtroppo non abbastanza al centro di quella delle istituzioni. Più volte sono state denunciate situazioni di degrado, ma la risposta è sempre stata il silenzio.

Lo sdegno dei pazienti costretti ad aspettare in una sala del pronto soccorso piccola e sporca, dove spesso si possono trovare accampate persone che vivono in pessime condizioni igieniche, ormai cresce ogni giorno di più. I bagni sono accessibili a tutti 24 ore su 24 e vengono usati dai tossicodipendenti per iniettarsi la dose di droga.

"Bisogna lasciarli fare, altrimenti fanno peggio, sono persone violente”. Questa la risposta di una guardia dell’ospedale. Quindi passano inosservati gli accampamenti nel cortile, vere e proprie abitazioni con divani, oggetti personali e indumenti. Non ci si cura della presenza di siringhe usate, schizzi di sangue, fazzoletti insanguinati, bottiglie di plastica e boccette di metadone sparsi per il cortile. Giovani ragazzi ogni giorno si preparano la dose indisturbati nei parcheggi dell’ospedale, ne fanno uso e vanno via.  Il tutto più volte documentato, come si può vedere anche in vari video. 

Ma non solo all’esterno: nei bagni è frequente la presenza di fazzoletti sporchi sparsi sul pavimento e a volte vengono fatti scherzi di cattivo gusto; come quello di infilare delle siringhe  nel distributore di salviette con l’ago rivolto verso l’esterno, con il rischio che i pazienti del Pronto soccorso o gli addetti alle pulizie possano pungersi.

Ma questa situazione riguarda solo una zona del complesso ospedaliero? Il Santissima Trinità è suddiviso in padiglioni e ha molte vie d’accesso incontrollate, nonostante la presenza di un sistema di videosorveglianza.

Le tracce lasciate dai tossicodipendenti sono visibili nella zona del reparto infettivi, l’ingresso di via Timavo, ma anche nel lato opposto all’ingresso principale,quello da cui si scorgono le case popolari di via Castelli, posto conosciuto per lo spaccio e il consumo di droghe.  Anche sul prato a due passi dal reparto di Psichiatria, lungo il muro che si affaccia su via Is Mirrionis, si possono vedere siringhe appena utilizzate.

Tutto tace.  Nemmeno la morte di Luigi Tidu, quarantacinquenne morto di overdose proprio all’interno del cortile del SS. Trinità, è servita per far prendere seri provvedimenti. L’uomo è stato trovato morto, con ancora la siringa conficcata nel braccio, meno di un anno fa.   

La solita storia che si racconta nelle periferie, storia di false promesse, di interventi mancati e di emarginazione degli emarginati. Storia ancor più paradossale quella di un ospedale diventato un luogo dove impera non la sanità, ma il degrado.
 

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