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Cosa Aspettiamo? Di fronte al pericolo jihadista l'inerzia è la strategia più pericolosa

I barconi dei migranti sono ormai quasi un pullman di linea, che dalla Libia trasporta i suoi passeggeri diretti in Europa. Prima fermata? Ovviamente l'Italia. Arrivano stremati, affamati, infreddoliti e spesso ammalati e dunque bisognosi di cure oltre che di cibo e acqua.

Cosa Aspettiamo? Di fronte al pericolo jihadista l'inerzia è la strategia più pericolosa

Di: Redazione Sardegna Live


I barconi dei migranti sono ormai quasi un pullman di linea, che dalla Libia trasporta i suoi passeggeri diretti in Europa. Prima fermata? Ovviamente l'Italia. Arrivano stremati, affamati, infreddoliti e spesso ammalati e dunque bisognosi di cure oltre che di cibo e acqua. La solidarietà è d'obbligo in questi casi. Pare impossibile girarsi dall'altra parte o ricacciarli nell'inferno dal quale provengono. Eppure oggi, ahinoi, forse dovremo farlo. Oppure, se guerra dev'essere, che guerra sia, ma prima che sia troppo tardi!!

L'unica strategia sbagliata è l'inerzia. Attraverso il cavallo di Troia dei barconi, permetterebbe al terribile califfato di introdurre le sue truppe al di qua dei nostri confini.  Una volta insediati dentro le nostre mura sarebbe quasi impossibile ricacciare questi fanatici di Al Baghdadi, i quali sono accecati dal pretesto religioso egemone nei confronti di ogni tipo di libertà. Chi potrebbe farlo? La polizia o i carabinieri? Troppo pochi e poco attrezzati contro questi piccoli-grandi gruppi, che potrebbero assaltare le nostre case, violentare le nostre donne, se non le nostre bambine. L'esercito? E contro chi combatterebbe? Contro un nemico quasi invisibile che si può nascondere ovunque, confondere con migliaia di inermi migranti, adunarsi e sparpagliarsi a piacimento a seconda della missione da compiere. Oppure l'aviazione? E chi bombarderebbe? Le nostre case o le nostre attività produttive prese d'assalto?

Forse il nostro premier, nella scelta di attendere, conta sull'intrepido Angelino, il quale vestito da Zorro, monterebbe sul suo destriero e partirebbe all'attacco delle divise nere dell'ISIS. Ma, mi domando, se l'aitante condottiero non è riuscito a salvare Roma dalla furia di un centinaio di tifosi ubriaconi, cosa farebbe dinnanzi a centinaia di migliaia di sobri professionisti del terrore, assetati di sangue e saturi di adrenalina religiosa?

Nella guerra di Troia, originata da un impetuoso amore infedele tra Elena e Paride, il famoso cavallo di legno che nascondeva i soldati greci pose fine alle ostilità. Oggi potrebbe innescarle, coinvolgerci in una guerra senza precedenti nella storia, proprio per le difficoltà nel combatterla.

L'ultima volta che abbiamo avuto il nemico in casa è stato, dopo l'armistizio, con i nazisti di Hitler. Cacciarli oltre confine ci è costato sangue, distruzione e dolorose spaccature all'interno di parecchie famiglie italiane. Un prezzo altissimo da pagare, non solo per le malefatte dei tedeschi, ma anche per le stesse bombe “amiche” degli americani. Un prezzo che, per certi versi, stiamo ancora pagando oggi con le contrapposizioni ideologiche tra blocchi politici diversi, i quali, quand'anche provano ad unire le forze, vengono tacciati di inciucio e non di collaborazione per il bene del paese.

Solo di recente abbiamo iniziato a cacciar via i fantasmi del passato, stiamo attenti dunque al concreto pericolo di essere sottomessi da chi, in poco tempo, brucerebbe i simboli della nostra cultura costruita in millenni di storia, tentando di cancellarla, annientando la nostra civiltà...

 

patriziosardegnalive@libero.it

 

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