Sabarussa

Chi ses sardu bessi a campos! Noe palcos po noi artes - Duas dies de mùsica sarda

S'atòbiu è a Solarussa, sabato e domenica prossimi. In Sa Corti de is Artis, più precisamente in sa domo de Santu Gregòriu, dove si incontreranno protagonisti, interpreti e appassionati delle nove belle, nobili e inesauribili arti delle tradizioni orali della Sardegna.

Chi ses sardu bessi a campos! Noe palcos po noi artes - Duas dies de mùsica sarda

Di: Redazione Sardegna Live


S’atòbiu è a Solarussa, sabato e domenica prossimi. In Sa Corti de is Artis, più precisamente in sa domo de Santu Gregòriu, dove si incontreranno protagonisti, interpreti e appassionati delle nove belle, nobili e inesauribili arti delle tradizioni orali della Sardegna.

Ci saranno proprio tutti. Dai cantadores a tenore e a chiterra ai cantori della polifonia sacra. Dai poeti improvvisatori a s’arrepentina, mutetus, mutos e otadas, ai suonatori e costruttori di launeddas. E non mancherà neanche su sonete e sa fisarmonica, per completare il quadro di una “due giorni” musicale, di canti e di voci, con spazi dedicati anche a dibattiti su temi specifici, che affondano le radici nella vita e nella storia dei sardi, sin dalle loro origini.

Saranno due giornate che rievocheranno i suoni dell’anima, allegra o triste, felice o anche turbata ma mai vinta. Perché la musica e l’arte in genere è creatività, è vita, di cui interpretano le quotidiane pulsazioni, individuali o collettive.                                                                                                                                    

In Sa Corti de is Artis, infatti, all’ascolto delle nostre ancestrali colonne sonore che per millenni hanno accompagnato e sostenuto le nostre forze e le nostre debolezze, ci sarà tanto da emozionarsi, ma anche  da divertirsi, in un sicuro coinvolgimento di tutti.

S’atòbiu di Solarussa, nelle proporzioni e nel significato dell’evento non ha precedenti. Si tratta di un appuntamento per certi versi clamoroso, ma non sorprendente, se si considera che,  limitandoci all’esempio delle launeddas, fino al 1982, anno della prima scuola pubblica (diretta dal maestro Luigi Lai), lo studio del preistorico strumento era una prerogativa di pochi eletti.

Ebbene, C.A.M.P.O.S. (Cordinamentu Artes Musicales e Poèticas de traditzioni Orali de Sardigna), attraverso l’impegno non facile di chi ne ha voluto e condiviso il progetto, è  riuscito nella storica impresa, dando luogo a un evento che riassume la passione e gli sforzi sostenuti nel tempo per la costante affermazione, valorizzazione ed evoluzione delle nostre tradizioni orali.

Ecco, diciamo che l’incontro di Solarussa darà splendido conto dei risultati del fervore culturale - propiziato dall’incrollabile fede nei propri valori di intere generazioni - che, soprattutto tra giovani e giovanissimi, si è sviluppato negli ultimi trent’anni. 

“Il 18 e il 19 di giugno invito tutti gli appassionati e chiunque voglia scoprire la ricchezza delle Arti Popolati Sarde, a Solarussa”.

È questo l’invito del presidente de s’Assotziu Launeddas Sardìnnia” Gianfranco Meloni.

“Si tratta di una iniziativa straordinaria che vede protagonisti gli artisti di tutte le arti popolari dell'isola. Il loro intento è quello di presentare ai visitatori le forme più genuine della loro arte, bandendo ogni forma di spettacolo, durante un evento che non ha precedenti. S'assotziu Launeddas Sardinnia ha creduto e sostenuto sin dal principio questo evento e ha invitato tutti i suonatori di Launeddas a partecipare ottenendo numerose adesioni.  I suonatori saranno impegnati in convegni, laboratori e suoneranno i balli nelle serate del 18 e 19. Sonaus e baddaus totus impari. S' aspettu a Sobarussa”. 

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