Cagliari

Blitz della polizia contro rete Al Qaida con base operativa in Sardegna

L'indagine della procura distrettuale di Cagliari coordinata dal Servizio operativo antiterrorismo e che ha coinvolto le Digos di 7 province ha portato all'arresto di 18 persone.

Blitz della polizia contro rete Al Qaida con base operativa in Sardegna

Di: Redazione Sardegna Live


Dalle prime ore del mattino la Polizia di Stato sta effettuando in sette province italiane una vasta operazione antiterrorismo nei confronti di appartenenti ad un’organizzazione terroristica internazionale affiliata ad Al Qaeda.

La base operativa del network terroristico si trovava a Olbia.

L’indagine, diretta dalla Procura Distrettuale di Cagliari  e coordinata dal Servizio Centrale Antiterrorismo (S.C.A.) della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, sta coinvolgendo le D.I.G.O.S.  di sette province italiane.

L'organizzazione scoperta dagli uomini dell'antiterrorismo predicava la lotta armata contro l'occidente e organizzava attentati contro il governo del Pakistan. L'indagine ha portato all'arresto di 18 persone, 7 delle quali residenti tra Sassari e Olbia.

Tra gli arrestati anche due membri della rete che in Pakistan proteggeva Osama Bin Laden e gli organizzatori dell’attentato nel mercato di Peshawar nel 2009, in cui furono uccise oltre 100 persone.

Inoltre, l’attività investigativa della Polizia  ha permesso di riscontrare come l’organizzazione da Olbia provvedeva ad alimentare la rete criminale destinando una parte del proprio impegno al fenomeno dell’introduzione illegale sul territorio nazionale di cittadini pakistani o afghani che in taluni casi venivano anche destinati verso alcuni paesi del nord Europa.

Per eludere la normativa che disciplina l’ingresso o la permanenza sul territorio nazionale di cittadini extracomunitari, gli indagati utilizzavano sistemi semplici e collaudati. In alcuni casi facevano ricorso a contratti di lavoro con imprenditori compiacenti in modo da poter ottenere i visti di ingresso. In altri casi percorrevano la via dell’asilo politico facendo passare gli interessati, attraverso documenti falsi e attestazioni fraudolente, per vittime di persecuzioni etniche o religiose.

L’organizzazione forniva supporto logistico e finanziario ai clandestini, assicurando loro: patrocinio verso i competenti uffici immigrazione, istruzioni sulle dichiarazioni da rendere per ottenere l’asilo politico, apparecchi telefonici e sim, contatti personali. 

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