Cagliari

Addio a Giulio Angioni, il grande antropologo sardo

Una vita dedicata allo studio, alla ricerca antropologica, alla poesia e alla narrativa.

Addio a Giulio Angioni, il grande antropologo sardo

Di: Francesca Melis


"Con il professor Giulio Angioni scompare un appassionato custode dell'identità dei sardi - commenta la rettrice dell'Università di Cagliari Maria del Zompo - per lui la conoscenza delle nostre radici era la base per aprirci al mondo".

A poche ore dalla scomparsa, con queste semplici parole il Rettore dell’Università di Cagliari, Maria Del Zompo, ricorda uno dei migliori docenti dell’Ateneo cagliaritano. Se n’è andato lasciando una grande eredità culturale Giulio Angioni, grande uomo di cultura, stroncato da un male incurabile in un freddo giovedì di gennaio. Una vita dedicata allo studio, alla ricerca antropologica, alla poesia e alla narrativa.

Antropologo, intellettuale, scrittore, poeta, originario di Guasila, dove era nato nel 1936, ha lasciato con i suoi scritti e i suoi studi un segno indelebile nel panorama culturale italiano. Docente di Antropologia culturale all'Università di Cagliari, esponente della scuola antropologica, fu prima allievo e dopo collega di Ernesto de Martino e di Alberto Mario Cirese, ha focalizzato i suoi studi antropologici soprattutto sul mondo contadino, il mondo da cui proveniva e a cui fa ritorno da osservatore attento e scrupoloso.

È grazie al suo impegno se in Italia è stato promosso il primo dottorato in Metodologie della Ricerca etno-antropologica. Giulio Angioni ha pubblicato per importanti case editrici come Feltrinelli, Maestrale e Sellerio. Con il romanzo "L'oro di Fraus", uscito nel 1988,  divenne  uno dei padri della cosiddetta nouvelle vague della letteratura sarda. Il suo ultimo lavoro narrativo “Sulla faccia della terra", edito nel 2015 e affidato ad una coedizione Feltrinelli-Il Maestrale, è il sogno di un'utopistica società ideale. Ci credeva fortemente, Giulio Angioni.

In tanti, alla notizia della sua scomparsa, si sono mobilitati su Facebook, canale che lui stesso adoperava frequentemente, con parecchi messaggi di cordoglio e sgomento. In tanti hanno ricordato la grande figura dell’uomo di cultura, di docente, di intellettuale, di antropologo, di scrittore e di poeta.

A tanti la sua scomparsa lascia un grande vuoto. Il suo amico Gavino Angius racconta ad Ansa.it di una telefonata con Giulio Angioni: “Vedi - mi dice Giulio - sono appena andato in pensione. Ho appena concluso il mio ultimo testo di antropologia. Ci ho messo dentro tutto quello che sapevo”. Adesso, che mi consigli Gavino, continuo con l'antropologia o mi metto a fare lo scrittore? Sai, non ho ancora deciso che cosa fare da grande".  Conclude Angius "Era già grande Giulio, immensamente grande, ma non gli piaceva ammetterlo".

Nell'aula consiliare del Municipio di Settimo San Pietro, paese in cui l'antropologo viveva, è stata aperta la camera ardente in attesa delle esequie che si svolgeranno con rito civile domenica 15 gennaio alle 16. Coloro che lo hanno amato e che hanno condiviso esperienze di vita e professionali potranno onorarne la memoria con un ricordo.

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